Gli editori fanno ricorso contro la scuola digitale

L'AIE ha annunciato che avvierà una procedura di ricorso al Tar contro il decreto ministeriale sull’adozione dei libri di testo in formato elettronico.

Autore: redazione social media

L'Associazione Italiana Editori (AIE) ha annunciato che avvierà una procedura di ricorso al Tar contro il decreto ministeriale sull’adozione dei libri di testo in formato elettronico a partire dall'anno scolastico 2014/2015.
Il decreto, che è stato ratificato dall’allora ministro dell’Istruzione Francesco Profumo, era stato da subito criticato dagli editori italiani per via della scarsa considerazione di problematiche importanti e cruciali come quella dell'insufficienza infrastrutturale delle scuole.
Il presidente del Gruppo Educativo di AIE, Giorgio Palumbo, ha così dichiarato, in una nota ufficiale: “Il decreto Profumo ha introdotto una nuova adozione digitale forzata a dispetto delle autonomie delle scuole e delle stesse capacità tecniche di scuole, insegnanti e alunni ad essere pronti già per l'anno 2014/2015. Costringerà noi editori ad annullare i nostri investimenti e a macerare i nostri magazzini, costituiti in base alla legge dei blocchi delle adozioni e calcolati secondo le ragionevoli aspettative del graduale passaggio al digitale, così come definito dal testo della legge votato in Parlamento”.
AIE contesta l’adozione di testi elettronici per le classi denominate capiciclo e l’abbattimento previsto dei tetti di spesa del 20-30 per cento già dall'anno scolastico 2014/2015.
“L'ex ministro si è basato sul falso presupposto che il passaggio al digitale comportasse un abbattimento dei costi di produzione, indimostrato peraltro. Al contrario esso richiede altre professionalità e altri costi e sconta un'iva di 17 punti percentuali (forse da luglio di 18) in più rispetto ai libri di carta”, ha concluso Palumbo.

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