Google, problemi con Street View

Una corte di appello federale ha stabilito che Big G ha violato il Wiretap Act e che quindi l’azienda debba essere ritenuta responsabile dell’intercettazione di dati civili dagli hotspot wi-fi.

Autore: redazione social media

Torna a far discutere la questione di Google Street View e delle sue Google Cars: nello specifico si tratta del furto accidentale, da parte di Google, di dati sensibili da reti Wi-Fi, durante l’acquisizione di immagini per il servizio di Street View.
Una corte di appello federale ha stabilito che Big G ha violato il Wiretap Act e che quindi l’azienda debba essere ritenuta responsabile dell’intercettazione di dati civili dagli hotspot wi-fi.
Marc Rotenberg
dell'Electronic Privacy Information Center di Washington ha così dichiarato: “Si tratta di una decisione storica, che riconosce la privacy delle comunicazioni elettroniche per reti wireless. Molti utenti Internet dipendono da reti wireless per collegare dispositivi nelle loro case, come stampanti e portatili, e le aziende non dovrebbero curiosare nelle loro comunicazioni o raccogliere dati privati”.
Secondo alcune fonti, il colosso di Mountain View aveva provato a risolvere il caso sottraendosi alla violaizone del Wiretap Act, sostenendo che i dati trafugati fossero accessibili al grande pubblico. Il giudice Jay Bybee, avrebbe però affermato quanto segue: “Anche se è un luogo comune per i membri del pubblico connettersi a una rete wi-fi non protetta di un vicino, i membri del pubblico non intercettano erroneamente, memorizzano e decodificano i dati trasmessi da altri dispositivi sulla rete. Sicuramente il Congresso non aveva intenzione di perdonare una tale invasione invadente e ingiustificata della privacy quando ha promulgato il Wiretap act per la protezione contro l'intercettazione non autorizzata di comunicazioni elettroniche”.
Dal canto suo, Google si è dichiarata “delusa” e starebbe pensando a come muoversi per rispondere alla sentenza. Tra le ipotesi più accreditate vi sarebbero quella del patteggiamento, di chiedere alla corte di riascoltare il caso o di rivolgersi alla Corte Suprema.

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