Cina, un post popolare su Twitter può portare allarresto
In Cina, se qualcuno pubblica una notizia falsa e questa viene ritweettata più di 500 volte, l’autore del post finisce in prigione.
Autore: redazione social media
I social network sono sempre più popolari, ma occorre tenere conto che esistono alcune problematiche legate alla privacy e ciò che viene detto per non ledere la dignità e la reputazione degli altri. In Cina, questo problema è stato risolto in un modo un po’drastico: se qualcuno pubblica una notizia falsa e questa viene ritweettata più di 500 volte, l’autore del post finisce in prigione. Nello specifico, una legge recentemente approvata prevede l’arresto se il messaggio considerato falso è stato ritweettato più di 500 volte o condiviso da 5mila persone. Il sedicenne Yang ne ha personalmente fatto le spese: il giovane è infatti finito in prigione per una notizia diffusa su Weibo, la versione cinese di Twitter. Yang aveva pubblicato una nota in cui accusava la polizia in un caso di suicidio: per il giovane, infatti, la vittima dell’apparente suicidio in realtà era stata uccisa dalle forze dell’ordine. Il post in questione è stato ritweettato più di 500 volte e Yang è stato arrestato come prevede la nuova legge approvata il 9 settembre. Il Governo cinese ritiene che la norma sia utile per individuare e punire i diffamatori del web, troppo liberi di pubblicare a condividere notizie anche false o tendenziose. Per i giovani cinesi, però, la norma sarebbe soltanto un tentativo di “chiudere la bocca” a tutti coloro i quali criticano il Governo.
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