Rapinavano i coetanei e si vantavano su Facebook, sgominata baby gang

Alcuni membri di una baby-gang rapinavano i loro coetanei e si vantavano sui social network mostrando anche il “bottino”.

Autore: redazione social media

Alcuni membri di una baby-gang rapinavano i loro coetanei e si vantavano sui social network mostrando anche il “bottino”.
"Abbiamo fregato altri bambocci". Con queste parole, gli appartenenti alla baby gang, tutta composta da maschi, si sarebbero vantati sul social network blu. La band è stata sgominata dagli agenti della Polizia del commissariato Vescovio di Roma diretto da Fabrizio Sullo.
Le indagini sono state avviate nell'ottobre scorso sulla base della denuncia di alcuni genitori di ragazzini caduti nella rete della baby gang all'esterno di un centro commerciale a Bufalotta, dove, attirati con uno stratagemma nei garage sotterranei, erano stati accerchiati e derubati. Circa 15 i "colpi" contestati ai danni di maschi coetanei compiuti prevalentemente nel centro commerciale Porta di Roma. A finire nel carcere minorile, quattro ragazzi tra i 15 e i 17 anni, due di nazionalità italiana, uno vietnamita e uno albanese. I quattro vanno ad aggiungersi a un altro giovane, un bengalese poco più che maggiorenne, già raggiunto un mese fa da misura restrittiva della libertà personale ai domiciliari. Con i tablet e gli smartphone rubati e poi rivenduti, i malavitosi erano soliti comprarsi abiti e accessori di valore, con cui vantarsi con gli amici, oltre che frequentare diverse discoteche.
Le rapine avvenivano anche a Villa Borghese e in prossimità della metropolitana di Roma. Gli investigatori, dopo aver individuato uno dei responsabili, sono riusciti a risalire all'intero organigramma della "banda" attraverso un incrocio di dati ed eventi delittuosi. I ragazzi, attraverso messaggi incrociati fra loro, erano soliti ostentare i proventi delle razzie, calcolando l'ammontare delle somme da dividersi e programmando i colpi futuri da eseguire. Ad emettere i provvedimenti cautelari è stata la Procura della Repubblica presso il Tribunale di Roma concordando con le risultanze investigative degli agenti del Commissariato Vescovio.

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