G Data: ragazzi su Social e Chat in età troppo prematura

Secondo l'edizione 2018 dell'iniziativa G DATA "Cyberbullismo 0 in condotta" videogiochi e contenuti violenti sono fruit sui sociali già in età preadolescenziale.

Autore: Redazione BitCity

L'edizione 2018 dell'iniziativa G DATA "Cyberbullismo 0 in condotta" ha coinvolto circa 2000 ragazzi e 400 genitori di 9 provincie e 4 regioni italiane (Liguria, Piemonte, Lombardia, Marche).
l feedback raccolto sull'utilizzo di Internet e Social da parte dei ragazzi in età compresa fra i 9 e 13 anni è il seguente: Nota positiva: rispetto all'anno precedente si riscontra una maggior consapevolezza dell'importanza di avere un antivirus su dispositivi Android. Solo il 20% dei ragazzi coinvolti non ne è dotato a fronte di una quota di impiego di device con questo sistema operativo del 95% Il 90% afferma di non avere mai avuto un parental control sul dispositivo Il 40% non protegge il proprio smartphone con doppio PIN e blocco schermo L'80% tiene sempre attivi wifi e geolocalizzazione L'80% naviga su internet prima dei 10 annitablet e console connessi a Internet sono impiegati già a partire dai 6 anni I ragazzi di 11-13 anni sono iperconnessi e interconnessi: circa il 60% di loro è costantemente online. L'utilizzo medio di Internet, messaggistica istantanea e Social è di 5h al giornoProsegue sino a tarda sera e anche nelle ore notturne In generale l'80% è attivo sui social (soprattutto Instagram e Musical.ly) prima del 13 anni, non si curano dell'innalzamento della soglia ai 16 anni a partire dall'entrata in vigore del GDPR, certi che i genitori daranno comunque l'autorizzazione all'utilizzo di queste piattaforme Il 95% risulta "multitasking" a grave detrimento dell'attenzione Il 95% usa Whatsapp (già a partire dalla quinta elementare), piattaforma preferita dai ragazzi delle medie la cui presenza su Snapchat è considerevolmente calata rispetto al 2017, poiché la piattaforma è considerata un doppione di Whatsapp La maggior parte dei ragazzi crea nuovi profili social qualora si dimentichi la password di accesso, lasciando i profili "abbandonati" alla mercè dei cybercriminali Videogiochi violenti già in quinta elementare (il 20% dei bambini) nonostante l'indicatore PEGI imponga un'età minima di 18 anni per l'esposizione a contenuti violenti Una piccola percentuale ha già effettuato in quinta elementare acquisti in-app per un valore medio tra i 10 e i 50 Euro. Fenomeno da ariginare assolutamente poiché col tempo può portare a fenomeni di ludopatia Sempre più spesso sono i figli ad indicare ai genitori come configurare nel giusto modo la privacy e la sicurezza sui profili social, imponendo loro a volte persino la modifica delle password della casella primaria di posta elettronica.

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