Le tecnologie biometriche: anche una questione di fiducia

Secondo i dati di un ricerca promossa da Unisys le resistenze dei consumatori frenano il decollo della biometria in Europa, ma altre previsioni dicono che questo mercato crescerà  sensibilmente nei prossimi anni.

Autore: Redazione Technology

Quando si tratta di sicurezza, sembra che gli europei prediligano ancora sistemi tradizionali come password e PIN piuttosto che affidarsi a sistemi biometrici. Questi sono alcuni dei risultati  che emergono da una ricerca di Unisys che analizza il livello di penetrazione della biometria nel tessuto sociale a livello mondiale. Il rapporto fra fautori di sistemi biometrici e i sostenitori di mezzi tradizionali, inoltre, è molto netto in Europa, con una prevalenza del 70% dei secondi. La ricerca ha coinvolto 13.296 consumatori in 14 Paesi, fra cui 6.421 in Europa. I Paesi europei coinvolti sono stati Belgio, Francia, Germania, Olanda, Spagna, Gran Bretagna e Italia dove sono stati coinvolti 979 consumatori.

[tit:La biometria]
Per identificare una persona sono disponibili diversi sistemi, classificabili solitamente con tre categorie: quello che si sa (per esempio un PIN o una password), quello che si ha (per esempio un token con chiavi di cifratura o semplicemente le chiavi della cassetta di sicurezza), e quello che si è (cioè caratteristiche biometriche come impronte digitali, immagini dell'iride o altro).
Almeno in teoria, le tecniche biometriche dovrebbero essere più sicure delle altre, visto che le caratteristiche fisiche non sono facili da contraffare. In realtà  anche le tecniche biometriche hanno i loro punti deboli, ma la loro diffusione è in crescita. Alcune stime prevedono infatti che per l'immediato futuro poche tecnologie biometriche abbastanza consolidate ,come il riconoscimento delle impronte digitali, quello del volto e alla scansione dell'iride costituiranno, entro il 2010, l'80% del mercato biometrico, ma si prevede anche che parallelamente si svilupperanno altre tecniche come per esempio quelle di scansione della mano e la rilevazione della forma dell'orecchio.
La ricerca Unisys evidenzia comunque una scarsa fiducia dei consumatori verso la biometria, diffidenza probabilmente dettata, secondo alcune interpretazioni, da una limitata conoscenza su questo tema da parte dei singoli cittadini, ma forse la spiegazione può risiedere anche in altri fattori.

[tit:Una questione di fiducia]
In pratica bisogna distinguere fra la fiducia che si può avere nell'affidabilità  di una tecnologia e la fiducia in chi deve usarla. Probabilmente il problema non è legato solamente al livello di sicurezza che queste tecnologie possono garantire, o al livello di informazione, quanto piuttosto a un certa diffidenza per la tutela della privacy legata ai possessori di dati biometrici. Il problema quindi sembra essere legato anche alla possibilità  che la tecnologia biometrica sia sfruttata per scopi diversi da quelli previsti e che la sua capacità  di tracking, soprattutto quando il sistema viene utilizzato in più ambienti, accresca il rischio che i dati siano impiegati per scopi diversi da quelli originali.In sostanza la mancanza di fiducia potrebbe essere ancora un elemento che condiziona questo mercato, e conferma di questa ipotesi c'è il fatto che l'accettazione delle tecnologie biometriche sembra sia maggiore nelle zone geografiche dove la Pubblica Amministrazione ha già  implementato sistemi di biometria.Malgrado questo, alcune indagini di mercato indicano una crescita crescita nell'adozione delle tecnologie biometriche nei prossimi anni con percentuali a due cifre e un tasso annuo composito (CAGR) superiore al 20% entro il 2012, e questo significa che, volenti o nolenti , saremo costretti a confrontarci con queste tecnologie nel futuro. Basta un piccolo esempio: per entrare legalmente negli Stati Uniti occorre far registrare, oltre ai dati anagrafici, anche una fotografia, fatta sul posto, e soprattutto le impronte digitali. Di fatto questo significa che vengono lasciati dei dati biometrici a uno Stato straniero.
La ricerca, del resto, evidenzia anche che ci sono alcuni Paesi, come per esempio Hong Kong, dove gli intervistati dichiarano di cominciare a nutrire un certo scetticismo verso mezzi di autenticazione tradizionali come PIN e password, prediligendo la scansione delle impronte digitali.


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