I masterizzatori

I masterizzatori sono diventate ormai unità  di vastissima diffusione, alla stessa stregua dei vecchi lettori di dischetti floppy. Diamo uno sguardo alle varie tipologie, a come sono fatti e alle tecnologie che usano.

Autore: Redazione Technology

I masterizzatori sono unità  che fanno parte da molto tempo della dotazione di PC e portatili, anche se gli standard e le prestazioni sono cambiate moltissimo negli anni. Di fatto hanno quasi sostituito del tutto, insieme ai pen drive USB, i vecchi floppy drive e si sono evoluti verso capacità  sempre maggiori. Esiste inoltre un'altra categoria di masterizzatori che non richiede la presenza di PC, ma sono unità  standa alone. Nelle prossime pagine parleremo però soltanto del primo gruppo, quelli cioè che si collegano a un PC.
Un masterizzatore permette sostanzialmente di registrare dati su un disco ottico utilizzando un raggio laser. A seconda del tipo di disco utilizzati dati possono essere, oltre che scritti e letti, anche riscritti. Dal punto di vista della catena di dispositivi di memoria di un computer, che vede le memorie più veloci come la RAM, trovarsi più vicino al processore, i dischi ottici si trovano all'ultimo posto della catena, visto che non offrono prestazioni elevatissime se confrontate con quelle degli hard disk, ma sono estremamente utili per il fatto che si possono inserire e estrarre molto velocemente e quindi offrono complessivamente una quantità  di spazio illimitata e a basso costo. In effetti il discorso dei costi è uno degli elementi fondamentali per le tecnologie ottiche, ma su questo argomento torneremo dopo.
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[tit:Le tecnologie]
I masterizzatori attuali rispondono alle specifiche dettate da diversi standard e quello della standardizzazione è proprio un problema tipico di questo mondo. Nel recente passato, per esempio, visto che esistevano due standard, il DVD+R e il DVD-R, per masterizzare i DVD, ciascuno sostenuto da un diverso gruppo di aziende, i produttori di masterizzatori sono stati di fatto costretti a integrare entrambi in unico drive. Un altro esempio deriva dall'abbandono dello sviluppo dello standard HD-DVD che ha lasciato quello Blu-Ray come protagonista incontrastato per i masterizzatori ad alta capacità .


Attualmente la punta di diamante in termini di capacità  è detenuto dallo standard Blu-Ray che prevede, nella versione registrabile, l'impiego di dischi con capacità  utile è di 23,3 Gbyte e 25 Gbyte nominali. Queste capacità  raddoppiano se si usano dischi a doppio strato. I dischi che possono essere scritti una sola volta sono indicati dalla sigla BD-R, mentre quelli riscrivibili più volte dalla sigla BD-RE. I masterizzatori Blu-Ray ovviamente sono anche in grado di riprodurre i dischi BD-Rom preregistrati che solitamente ospitano i film, ma non bisogna dimenticare che oltre che per applicazioni consumer, un masterizzatore Blu-ray può essere anche un buono strumento di backup professionale rispetto ad altre soluzioni.
Ci sono differenze anche nella velocità  di rotazione dei dischi che, in modalità  1x è di 3,49 metri al secondo per i DVD e di 7,367 metri al secondo per i Blu-Ray. Anche le dimensioni con cui sono registrai di singoli bit nel disco diminuiscono nel Blu-Ray rispetto al DVD, passando da 267 a 11,75 nanometri.
Malgrado queste caratteristiche tecniche, la maggior parte di masterizzatori attualmente disponibili si limita al formato DVD a doppio strato visto che i costi del Blu-Ray sono ancora relativamente elevati rispetto ai precedenti standard.

[tit:Come è fatto un masterizzatore]
Le dimensioni esterne di un masterizzatore sono ovviamente legate a quelle dei dischi ottici che utilizzano. Frontalmente c'è l'accesso che permette di inserire il disco e può essere a accesso diretto, praticamente una fessura, oppure a cassetto. In questo secondo caso un cassetto estraibile automatico provvede a ospitare il disco e a posizionarlo sotto le ottiche di lettura scrittura.Il gruppo ottico all'interno del masterizzatore è il responsabile delle operazioni fisiche di lettura/scrittura dei supporti e, a seconda dello standard utilizzato utilizza diodi laser con lunghezza d'onda diverse: 405 nanometri per i Blu-Ray e 650 nanometri per CD e DVD.
                   
La parte elettronica dei masterizzatori deve assolvere a numerosi compiti. A parte provvedere a posizionare in modo corretto sul disco le ottiche per la lettura/scrittura, deve provvedere a elaborare i dati, fornire un adeguato interfacciamento con il PC e garantire un flusso costante dei dati. La fase di scrittura, infatti richiede che ci sia un flusso costante di dati visto che questi vengono registrati in modo continuo sul disco ottico. Per evitare problemi, si usano alcuni accorgimenti e uno di questi è il ricorso a un buffer. In pratica il buffer è una certa quantità  di memoria che ospita temporaneamente i dati da scrivere, in modo che se la fonte, per esempio un hard disk del PC, presenta dei ritardi nel flusso di dati, le operazioni di scrittura possono non essere interrotte. Questo non assicura ovviamente che le cose vadano sempre bene, anche perchà© se il ritardo con cui arrivano i dati è elevato rispetto alla velocità  di scrittura, il buffer si svuota e si incorre in quello che tecnicamente viene definito Buffer Underrun. Molti masterizzatori offrono comunque anche altri accorgimenti per prevenire problemi di questo tipo.
Nella parte posteriore del masterizzatore si trovano, infine, i connettori demandati all'alimentazione della periferica e alla connessione con il PC.Sul frontale è presente solitamente un tasto per l'espulsione manuale del disco, e un minuscolo foro per l'apertura forzata del cassetto con il disco nel caso di problemi.


[tit:I vari tipi]
Come accennato in precedenza, gli attuali masterizzatori sono multistandard e malgrado l'arrivo e il consolidamento del Blu-Ray, i dischi DVD sia a singolo strato che DL (Dual Layer) da 8,5 GByte, sono ancora quelli più utilizzati, essenzialmente per motivi di costo. Il prezzo dei dischi è infatti da sempre un elemento chiave del successo, o meno, di uno standard e della sua diffusione. Quello dello storage ottico infatti non è l'unico sistema utilizzabile per molte applicazioni e il rapporto fra costo e capacità  è un fattore determinante. Non a caso una soluzione di storage consumer molto popolare in passato era costituita dal ricorso a hard disk esterni a basso costo invece che da tecnologie ottiche.

Attualmente non sono affatto rare soluzioni ibride, in cui in un'unica unità  svolge le funzioni di lettore/masterizzatore di DVD, anche nei formati a doppio strato e quelli DVD+R e DVD-R, e lettore (non masterizzatore) di Blu-Ray.
Dal punto di vista dell'interfacciamento, i masterizzatori possono esser divisi in unità  interne e esterne, con pregi e difetti per ciascuna categorie. I masterizzatori interni hanno la possibilità  di usare interfacciamenti più veloci, e iniziano a diffondersi quelli che usano collegamenti di tipi Serial ATA. I masterizzatori esterni devono fare i conti, invece, con le prestazioni dell'interfaccia di collegamento che limita il fattore di velocità  in fase di registrazione.
A proposito di fattori di velocità , vale la pena di verificare con attenzione le velocità  dichiarate per ogni tipo di media (CD, DVD, DVD-RW eccetera) anche perchà© solitamente il valore pubblicizzato è solitamente il migliore, ma non è applicabile a tutti i formati.
Un altro elemento da valutare, ma non è affatto semplice, è l'affidabilità  di sistemi di correzione degli errori, provocati per esempio da graffi sul disco, durante la fase di riproduzione.




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