AMD Trinity, le APU di seconda generazione

AMD annuncia Trinity, le APU di seconda generazione, basate sulla piattaforma Virgo e realizzate con packaging FM2.

Autore: Daniele Preda

Il successo dei processori con grafica integrata sta determinando un cambiamento nel modo di intendere il computing moderno. Tra i principali sostenitori del binomio CPU+GPU, all’interno dello stesso package, c’è sicuramente AMD, che presenta le proprie Accelerated Processing Unit di seconda generazione. Queste unità, note come Trinity, rinnovano e migliorano le caratteristiche dell'architettura Llano, attualmente molto diffusa. Di seguito potete trovare i dettagli tecnici della piattaforma, mentre i benchmark sono riportati nella sezione relativa ai test effettuati con APU A10-5800K.
La piattaforma Virgo, che costituisce l’ecosistema primario delle APU Trinity, offre dunque maggiori prestazioni e consumi più contenuti.
AMD prosegue la roadmap prevista, annunciando prodotti consumer, per l’utenza che desidera una buona potenza di elaborazione, analogamente a un’elevata ergonomia d’uso. Con le APU Trinity, il chip maker intende rafforzare la propria presenza nel segmento intermedio di mercato, ponendosi a diretto confronto con le soluzioni Core i3 di Intel.
Trinity incorpora due o quattro core Piledriver e una sezione grafica Radeon HD 7000.

L’architettura x86 è il frutto dello sviluppo della precedente Llano, i core attuali sono realizzati a partire dall’infrastruttura Piledriver, anziché sul predecessore Bulldozer.
Oltre alle migliorie costruttive, ai nuovi set di istruzioni supportati, AMD è stata in grado di raggiungere un incremento di prestazioni, a parità di clock, compreso tra il 10% e il 15%. Le diverse unità presentate oggi operano a frequenze significativamente superiori rispetto alle precedenti APU e garantiscono un sensibile incremento di prestazioni.
I moduli Piledriver permettono di realizzare processori dual-core, con l’adozione di un solo comparto interno, mentre affiancando due blocchi funzionali si ottengono le versioni quad-core.
La tecnologia costruttiva a 32 nm e la disponibilità del packaging FM2, hanno permesso di integrare 128 KByte di cache L1, comparti FPU e una cache L2 da 1 MByte per le versioni a due core e di 4 MByte per quelli quad-core.
Il controller per la memoria è in grado di gestire moduli DDR3 a 1.866 MHz, in modalità di accesso dual channel.  
La tabella riassume le specifiche delle nuove APU AMD.

I modelli presentati sono sei, due varianti a due core e quattro di tipo quad-core. Come possiamo notare dalle specifiche riportate in tabella, si tratta di processori con frequenze minime di 3,2 GHz, con picchi di 3,8 GHz per il modello di punta A10-5800K.
La disponibilità della funzione Turbo Core assicura interessanti margini di overclock automatico, che consentono di superare i 4 GHz di frequenza operativa, in determinate condizioni. Nonostante l’integrazione di una GPU HD 7000 e l’incremento del clock di funzionamento, questi prodotti vantano un TDP relativamente contenuto, con 100 W per le versioni a frequenza più alta e 65 W per le restanti unità.  

[tit:Grafica e chipset]Con Trinity, AMD ha lavorato intensamente, sviluppando un comparto grafico capace di assicurare prestazioni 2D superiori del 40%, rispetto al passato. In generale, ora, il supporto offerto può dirsi ulteriormente esteso, grazie alla disponibilità di 24 linee PCI Express e alla capacità di controllare uscite video HDMI, DP 1.2, VGA e DVI, che saranno integrate sulle motherboard a discrezione dei produttori.
Le GPU Radeon disponibili all’interno del package offrono prestazioni via via superiori, in funzione della tipologia di APU, esattamente come accade con le versioni Llano.
Si passa perciò dalle varianti a 128 e 192 core dei modelli A6-5400K e A4-5300, alle più potenti Radeon HD 7650D a 256 core, integrate nella APU A8-5600K e A8-5500. Le versioni top di gamma A10 vantano sezioni GPU HD 7660D con 384 core e frequenza di 800 MHz.
Sebbene il comparto grafico sia denominato HD 7000, le specifiche di riferimento non sono allineate alla controparte discreta, ma sono allineate a quelle della generazione HD 6000. La GPU si basa dunque sull’architettura AMD VLIW4, opportunamente ottimizzata per supportare al meglio la tassellazione hardware, in grado di generare immagini più credibili e realistiche.
Il supporto Eyefinity è stato esteso e assicura la gestione simultanea di tre display indipendenti, da collegare direttamente alla motherboard. In aggiunta è possibile collegare un quarto display se si sceglie di utilizzare un hub DisplayPort 1.2.
AMD ha scelto di mantenere attivo il supporto per il sistema Dual Graphics, che permette di abbinare alcune GPU discrete a quella integrata nel chip APU.
Ecco le combinazioni APU + GPU discreta suggerite da AMD.

L’ulteriore perfezionamento e l’ottimizzazione di questo sistema permette di velocizzare numerosi videogiochi, il tutto con una spesa relativamente contenuta. Per garantire le migliori perfomance e una stabilità operativa continua, è disponibile la tecnologia AMD AMP o, Memory Profile, studiata per la gestione automatica intelligente del clock della memoria di sistema DDR3, utilizzato come buffer per la GPU integrata.  

Le nuove APU Trinity potranno essere abbinate a tre differenti chipset AMD, partendo dalle soluzioni A55 e A75, già note per la compatibilità con i processori su FM1. La versione A55 costituisce l’entry-level, supporta memorie a 1.866 MHz e il sistema Dual Graphics.
La tabella riassume le specifiche principali dei tre chipset che accompagnano le APU Trinity.

Per la fascia intermedia è disponibile l’A75, che offre il supporto nativo USB 3.0, sei porte Serial Ata 3 ed è stato studiato per facilitare l’overclock del sistema. Tra le molte novità, AMD annuncia anche il terzo chip di controllo, che va ad occupare la posizione al top di gamma.
L'Hudson H4 è il più complesso tra i Fusion Controller Hub introdotti da AMD, è in grado di offrire maggiore performance per quanto riguarda l'overclock del sistema e permette ai poweruser di realizzare sottosistemi grafici CrossFireX, grazie al doppio canale PCI Express x8.

La variante A85X è destinata ai power user, grazie alle specifiche funzioni per l’overclock della CPU e della GPU, alle 8 porte Serial Ata a 6 Gbps e al supporto per sottosistemi grafici CrossFireX, assente nelle altre versioni.

[tit:Non solo Trinity]In questi giorni, AMD ha svelato ulteriori dettagli relativi ad altri componenti e tecnologie che verranno adottati in un prossimo futuro. Oltre alle sei APU e ai chipset di gestione, sono stati rilasciati i dettagli di due processori Athlon X4 compatibili con il Socket FM2 e con la piattaforma FCH Hudson.
Si tratta delle unità quad-core Athlon X4 750K e 740, versatili ed economiche alternative per la realizzazione di client e PC domestici. Queste unità sono dotate di AMD Turbo Core 3.0 e operano rispettivamente con un clock di 3,4 GHz e 3,2 GHz.
L’algoritmo di controllo della frequenza consente tuttavia di spingere i processori sino a 4 GHz e 3,7 GHz, in aggiunta, Athlon X4 750K, come tutte le unità con suffisso “K”, risulta sbloccata a livello di moltiplicatore, per semplificare l’overclock.
Le due varianti sono accomunate da una cache L2 da 4 MByte e un controller per le memorie DDR3 capace di gestire moduli sino a 1.866 MHz di frequenza. In questo caso è assente il comparto GPU interno e sarà perciò necessario abbinare una scheda grafica discreta. Il TDP dei due modelli è analogo a quello della APU Trinity e si allinea a 100 W per la variante “750K” e a 65 W per l’Athlon X4 740.  

AMD introduce inoltre il supporto Radeon RAMdisk che consente di affiancare un sistema APU a memoria compatibile AMP (AMD Memory Profile), per raggiungere sino a 64 GByte di spazio ultraveloce. Si tratta di una piattaforma che consente di utilizzare parte della memoria installata come un unico grande disco virtuale, utile per accelerare il caricamento delle applicazioni, soprattutto per quanto riguarda i videogiochi, ma non solo.
L’adozione della RAMdisk consentirebbe un aumento di oltre il 500%, rispetto ai dischi convenzionali e potrebbe aumentare le aspettative di durata dei drive SSD, riducendone l’utilizzo e l’usura.
Si tratta certamente di una piattaforma per i power user e chi desidera incrementare le performance della propria macchina da gioco, oltre che rendere più reattivo un sistema di calcolo, dove si effettuano numerose operazioni parallelamente.

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