Telecom: in Italia non cè domanda per la banda larga di nuova generazione
Secondo l'A.D. di Telecom Italia, Franco Bernabè, l'Italia non è un Paese arretrato per quanto riguarda le infrastrutture della “larghissima†banda: il problema è che non c'è domanda.
Autore: Giulio De Angelis
L'amministratore delegato di Telecom Italia, Franco Bernabè, ha affermato che l'Italia non ha alcun ritardo tecnologico per quanto riguarda la realizzazione delle infrastrutture necessarie a sviluppare la banda larga di nuova generazione, la cosiddetta Ngn (Next generation network). Però, a incidere sugli investimenti nella realizzazione di una rete tlc in fibra ottica per offrire i servizi a "larghissima" banda, c'è il fatto che la domanda scarseggia. Il problema poi non riguarda solo la Ngn che ancora deve arrivare, ma anche i servizi a banda larga di prima generazione, che vengono utilizzati da meno della metà dei potenziali utenti. Questo significa che in Italia ci sono ancora molti italiani che non utilizzano internet. Tuttavia Telecom continuerà ad investire fino al 2016 circa 10,4 miliardi di Euro per lo sviluppo della Ngn, ma Bernabè invita tutti i soggetti interessati (operatori, aziende, governo, ed autorità di regolamentazione) a creare una serie di condizioni a "sostegno della domanda" in modo da ridurre il divario tecnologico che ci separa dal resto degli altri Paesi europei.
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