L'
Autorità Garante per la protezione dei dati personali è intervenuta a chiarire che gli organismi di soccorso possono ottenere dalle società telefoniche
i dati relativi alla posizione delle persone in pericolo di vita, come i dispersi in montagna, per le quali siano state attivate formalmente le ricerche.
Il Soccorso alpino (Corpo nazionale del soccorso alpino e speleologico, Cnsas) che ha spesso la concreta necessità di localizzare con urgenza una persona dispersa,
potrà dunque avvalersi della possibilità di utilizzare più rapidamente informazioni concernenti i ponti e le celle attivate o "agganciate" dal telefono mobile della persona dispersa.
Per quanto riguarda le chiamate di emergenza, l'Autorità ha inoltre ricordato che i servizi abilitati a ricevere questo tipo di chiamate possono comunque trattare i dati relativi all'ubicazione dei telefoni relativi a chi chiama,
anche quando l'utente o l'abbonato abbiano già rifiutato o omesso di prestare il consenso.
"Rispetto alla salvaguardia della vita umana - ha commentato
Giuseppe Fortunato - non può esserci dubbio nel rintracciare, con la necessaria celerità , la persona dispersa. Il Garante della privacy, ancora una volta, rammenta che la normativa sulla privacy, correttamente interpretata, non è mai impedimento alla tutela dei valori inviolabili del nostro ordinamento.
Al tempo stesso, fuori dalla fattispecie chiaramente definita dal Garante, a nessuno è permesso controllare i nostri liberi spostamenti".