Facebook in soccorso della popolazione abruzzese colpita dal terremoto

I social network intervengono in massa a seguito della tragedia dell'Abruzzo: solidarietà , richiesta di informazioni ma anche critiche e voglia di conoscere a fondo la verità  dei fatti. Socializzare e comunicare a volte significa anche partecipare attivamente ed esprimere il proprio senso civico.

Autore: Santina Buscemi

Impossibile non accorgersene e non notarlo: le nuove tecnologie stanno assumendo un ruolo di rilievo nella tragedia che ha colpito l'Abruzzo. Quando sociologi e opinionisti analizzeranno l'impatto dei social network nella società , fra la dipendenza dal computer, la tutela della privacy, il cambiamento nei rapporti interpersonali ed altre questioni, dovranno tener conto del ruolo che la rete è in grado di assumere a seguito di fatti di cronaca di interesse generale, come il terremoto di questa notte.
Basta accedere alla rete per notare le dimensioni di questo fenomeno, se così si può chiamare: ovunque e chiunque si può sentire la scia della mobilitazione del web a seguito dei tragici fatti che stanno interessando l'Abruzzo, l'Italia intera, e non solo. Al momento sono più di una centinaia i gruppi dedicati al terremoto formatisi su Facebook e il numero è destinato a crescere. Di ora in ora, di minuto in minuto, un utente ha a disposizione un sempre maggior numero di modi diversi per informarsi e intervenire, più o meno direttamente, sui soccorsi in atto. Dall'adesione ai gruppi, al cambiamento dello status per esprimere solidarietà , cercare persone scomparse o sensibilizzare gli italiani e non sull'importanza delle donazioni di sangue, passando per la messa a disposizione della propria abitazione e le critiche su quanto accade intorno alla tragedia. Questi sono solo alcuni esempi delle azioni degli utenti dei diversi social network, Facebook in primis ma anche Twitter o altri portali, per esempio YouReporter, dove gli utenti possono caricare i propri video o guardare quelli pubblicati da altri, per essere documentati sulla tragedia avvenuta e su quanto sta accadendo ora. Questo e non solo, perchà© nell'impeto di sapere-aiutare-conoscere-partecipare, a queste azioni si uniscono questioni più "leggere" o "superficiali": la critica a Canale 5, colpevole di trasmettere Uomini e Donne invece di dar spazio alla tragedia, botta e risposta fra patrioti e dissidenti sul coraggio degli italiani nell'affrontare simili prove e le consequenziali diatribe politiche; tutto fa brodo e tutto rispecchia l'interesse per i fatti.
Dall'11 settembre 2001 si è iniziata a formare nei cittadini la consapevolezza del proprio ruolo attivo dinanzi a tragedie collettive: anche grazie alla diffusione dei new media, sempre più persone hanno iniziato a consultare i quotidiani online e l'aggiornamento costante delle news è diventato un modo per informarsi, senza dover aspettare il tg della sera o l'edizione del giorno dopo del quotidiano cartaceo. Rispetto a quanto avvenuto in Abruzzo, inoltre, nei prossimi giorni sentiremo sempre maggiorente parlare di Giampaolo Giuliani, ricercatore presso i laboratori del Gran Sasso dell'Istituto nazionale di fisica nucleare, che giorni fa aveva dato l'allarme su un possibile rischio sismico nelle aree colpite. Il fatto che le sue parole non siano state ascoltate sta inducendo gli utenti del web ad una sorta di ribellione collettiva, dalle critiche a Bertolaso all'interesse per gli studi dell'uomo: su YouTube sono numerosi i video in cui il ricercatore è intervistato e il numero dei contatti è costantemente in aumento. La questione assumerà  un peso notevole, questo è certo, ma sapremo con che modalità  fra qualche giorno. Basterà  connettersi a Internet per essere informati sullo stato dei soccorsi e sulle conseguenze di questi tragici fatti: sarà  impossibile non notarlo, oggi su Facebook sembra non si parli d'altro. Il senso civico sta prevalendo sull'aspetto ludico del web.

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