La
Corte Europea ha deciso di ridurre la multa ida 149,8 milioni di Euro inflitta nel 2002 a
Nintendo (e ad altri 7 distributori, fra cui l'italiana
GIG), rea di comportamenti anticoncorrenziali dal 1991 al 1997 sul mercato dei videogiochi (Nintendo avrebbe cercato di colludere i prezzi dei suoi prodotti ai distributori), a
119.24 milioni (complessivamente la multa è stata di 16 7milioni di Euro).
Lo sconto di pena è arrivato in quanto la Corte ha riconosciuto nella software house del Sol Levante un atteggiamento cooperativo e positivo; nel dettaglio Nintendo ha consegnato, durante le procedure di inchiesta,
documenti definiti "rilevanti".
Il colosso produttore di videogames ha, secondo un suo comunicato stampa, accolto bene la notizia dello sconto, lasciando comunque intendere che
potrebbe ugualmente decidere di appellarsi alla Corte di Giustizia, in quanto è pensiero di casa Nintendo che il caso non abbia alcun cartello illegale ma si basi solo sulla violazione delle regole di importazione.
La Commissione Ue aveva motivato la multa sostenendo che i consumatori hanno il diritto di acquistare i prodotti Nintendo al prezzo di mercato più basso in qualsiasi paese Ue, soprattutto quando i prezzi differiscono notevolmente (ad esempio in Gran Bretagna costano anche il 65% che in Germania).
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