Bambini e tecnologia, la generazione dei "Nativi Digitali"
Una ricerca dello psichiatra Tonino Cantelmi fotografa la generazione dei "nativi digitali": i bambini di oggi, vivendo immersi nella tecnologia, hanno dinamiche di apprendimento molto diverse da quelle degli adulti. Nel futuro, la diversa conformazione psicologica consentirà loro nuove opportunità ma anche alcune difficoltà , prima di tutto nella comunicazione.
Autore: Irene Canziani
I bambini di oggi, vivendo immersi fin da piccolissimi nella tecnologia, hanno un cervello che funziona in modo diverso da quello degli adulti. Tanto da indurre gli esperti ad utilizzare il termine "nativi digitali" come indicativo di una ulteriore tappa dell'evoluzione umana, dopo l'Homo Sapiens. A fotografare le caratteristiche della nuova generazione è Tonino Cantelmi, docente di psichiatria dell'Università Gregoriana di Roma e presidente dell'Associazione italiana psicologi e psichiatri cattolici. Dalla sua indagine su un vasto campione di bambini nati dopo il 2002 è nato il libro "L'immaginario prigioniero", scritto a quattro mani con la psicoterapeuta Maria Rita Parsi. Non è difficile accorgersi di come i bambini prendano facilmente confidenza con i mezzi tecnologici, ed imparino ad utilizzare computer, telefonini e tv con una velocità sorprendente per gli stessi genitori. Cantelmi spiega che i piccoli possiedono "un apprendimento più percettivo e meno simbolico, e sono dotati di abilità visuo-motorie eccezionali". Nel futuro, questa generazione sarà molto probabilmente multi-tasking, capace cioè di svolgere più azioni contemporaneamente, ed abilissima a mediare le relazioni attraverso le tecnologie. La socializzazione con i coetanei, indispensabile per la crescita dell'individuo, sarà incoraggiata ed amplificata dalle possibilità tecnologiche: "questa generazione - racconta lo psichiatra - nasce con l'esperienza della democrazia dal basso. La pressione del gruppo di coetanei con cui si condividono le chiacchiere digitali sarà fortissima, e presto sulla rete si commenteranno eventi e avvenimenti, piccoli e grandi". Una volta adulti, però, i "nativi digitali" incontreranno anche delle difficoltà . In primo luogo l'incapacità di comunicare con i cosiddetti "predigitali" (i nonni) e con la "generazione di mezzo" (i genitori). In secondo luogo, essi potranno avere problemi nel riconoscere le emozioni interne (un disturbo chiamato alexitimia): i sentimenti non saranno vissuti pienamente nell'intimità , ma piuttosto rappresentati.
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