Videogiochi a scuola? Gli insegnanti europei dicono sì
“Games in schoolâ€, progetto sperimentale realizzato da European Schoolnet e Isfe in otto paesi europei, rivela la buona disposizione degli insegnanti nei confronti dell'utilizzo di videogame a scuola. I giochi si sono rivelati particolarmente utili nell'apprendimento di lingue straniere, letteratura, matematica, storia e geografia, incrementando negli studenti motivazione, capacità di lavorare in gruppo e problem solving.
Autore: Redazione D. Life
Videogiochi e scuola. Fino a qualche anno fa l'accostamento tra questi due termini sarebbe sembrato senza dubbio stonato, un ossimoro. Eppure al giorno d'oggi la scuola si fa sempre più interattiva e sensibile alle nuove tecnologie, e un metodo di insegnamento che potrebbe presto farsi strada negli istituti europei è quello che utilizza proprio i videogame. “Games in schoolâ€, progetto sperimentale realizzato da European Schoolnet e Isfe (associazione europea degli editori di videogiochi) in otto paesi europei (Austria, Danimarca, Francia, Italia, Lituania, Olanda, Spagna e Gran Bretagna) rivela, appunto, che l'attività ludica può essere di supporto all'insegnamento, facendo contenti insegnanti e alunni. Il progetto ha preso in considerazione non solo videogiochi strettamente educativi, ma anche quelli di intrattenimento e commerciali. I risultati del sondaggio condotto al termine della sperimentazione, anche se evidentemente “di parteâ€, sono chiari: l'80% dei docenti coinvolti ha valutato positivamente l'esperienza. I videogiochi si sono rivelati particolarmente utili nell'apprendimento di lingue straniere, letteratura, matematica, storia e geografia. Il 27% degli insegnanti ha affermato che essi incrementano la motivazione degli studenti, il 24% vede invece un'utilità a livello educativo: i giochi promuoverebbero valori positivi (per il 13%) o migliorerebbero la capacità di lavorare in gruppo e il problem solving (per l'11%). Tuttavia, il pieno utilizzo dei videogame in ambito scolastico è ancora un'ipotesi lontana, per la mancanza di adeguata strumentazione tecnologica e per la scarsa attitudine verso i nuovi mezzi ammessa dagli stessi insegnanti.
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