Tutela della pivacy dei disabili, interviene il Garante

In una provincia italiana, in una graduatoria che presentava l'elenco degli scritti negli elenchi del collocamento obbligatorio dei disabili, delle categorie protette e dei centralinisti telefonici non vedenti dell'ente locale, erano presenti indicazioni sulle Patologie sofferte. Il Garante della Privacy ha immediatamente bloccato la diffusione di queste informazioni personali.

Autore: Redazione D.Life


Il Garante della Privacy ha bloccato la diffusione sul sito di una provincia italiana dei dati sanitari di migliaia di disabili. Il provvedimento di blocco, di cui è stato relatore Giuseppe Chiaravalloti, è scattato a seguito della pubblicazione sul sito della provincia di informazioni su patologie sofferte e stati di invalidità  presenti nelle graduatorie, provvisorie e definitive, degli iscritti negli elenchi del collocamento obbligatorio dei disabili, delle categorie protette e dei centralinisti telefonici non vedenti dell'ente locale.
All'amministrazione provinciale, sulla base dei nuovi poteri attribuiti di recente al Garante, è stata contestata anche una sanzione pecuniaria di 40mila Euro per illecito trattamento dei dati. Dagli accertamenti avviati dall'Autorità  è emerso che nelle graduatorie, liberamente accessibili dall'home page del sito istituzionale della Provincia, accanto ai nominativi, indirizzi, redditi, codici fiscali, erano visibili, integralmente e senza alcuna limitazione, le specifiche disabilità  o le categorie di appartenenza (invalido civile, invalido del lavoro, invalido di servizio, profugo, eventi terroristici, cieco assoluto ecc.).
Nel disporre il blocco, il Garante ha rilevato che l'amministrazione provinciale, nel rispetto delle disposizioni di legge o del regolamento per il trattamento dei dati sensibili adottato dall'amministrazione stessa, può effettuare i soli trattamenti di dati indispensabili per garantire la trasparenza delle graduatorie e il corretto svolgimento delle attività  di avviamento al lavoro, avendo cura di verificare che in nessun caso siano diffusi informazioni idonee a rivelare lo stato di salute. L'Autorità  ha comunque ricordato che tali informazioni possono essere conosciute dalle persone che ne hanno diritto esercitando il diritto di accesso agli atti amministrativi, fatto salvo dalla normativa sulla privacy.Copia del provvedimento è stata inviata anche al Ministero del lavoro, della salute e delle politiche sociali e alla Conferenza Stato-Regioni affinchà©, nella predisposizione delle graduatorie dei disabili, vengano individuate forme proporzionate di accesso ai dati in grado di contemperare il diritto alla riservatezza e la trasparenza amministrativa.

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