In Italia cresce la paura dei cosiddetti
“spy-phoneâ€. àˆ noto ormai che qualsiasi telefonino o smartphone provvisto di sistema operativo mantiene un filo diretto con la casa produttrice, fornendo ai progettisti dati sull'utente e permettendo loro, se necessario, di prendere il controllo del dispositivo da remoto. E i clienti temono spesso che ignoti ascoltino conversazioni private o si impadroniscano di dati riservati.
Francesco Polimeni, ex poliziotto ed esperto informatico, ha creato un sito proprio in merito a questa possibilità , che ovviamente non è vista di buon occhio dagli utenti preoccupati per la loro privacy: il portale si chiama
100spiare.
Secondo una stima di Polimeni, la paura collettiva di essere spiati, fomentata anche dai media e dalle recenti inchieste sulle intercettazioni, è forte nel nostro paese:
almeno il 30% degli italiani stanno tentando di correre ai ripari cercando sul mercato dei dispositivi che proteggano i loro dati e i loro telefoni.
Attualmente, l'antidoto più in voga è
Gsm box: si tratta di un apparecchio rettangolare, dalle dimensioni discrete e facilmente portatile, del costo di ben
399 Euro. àˆ lo stesso Polimeni a spiegarne il funzionamento: “in pratica, quando il nostro cellulare è spiato, il led che si trova su uno dei lati prende a lampeggiare, mentre quello che in gergo chiamiamo 'rumore bianco' copre la conversazione, impedendo allo spione di turno di sentire quello che stiamo dicendoâ€.
Un altro metodo di difesa è quello dei
telefonini criptati, che effettuano chiamate e videochiamate utilizzando le reti dati ad alta velocità di ultima generazione
Edge, Umts e Hsdpa, algoritmi inattaccabili. Si tratta però di una soluzione molto costosa: un dispositivo del genere ha un prezzo che si aggira mediamente
intorno ai 1.000 Euro.
Il rimedio più immediato (ed economico) rimane quello di abbandonare l'alta tecnologia e gli ultimi ritrovati sul mercato, affidandosi ad un modello di cellulare più vecchio, con meno funzionalità ma di sicuro più sicuro e “fedeleâ€.