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I sistemi RFID anti-taccheggio minacciano la privacy?

I chip a radio frequenza, impiegati negli articoli in commercio come misure anti-taccheggio, dovranno essere disattivati al momento dell'acquisto per proteggere la privacy dell'acquirente. Lo afferma una bozza di normativa proposta ieri dalla Commissione europea.

Autore: Redazione D.Life

Pubblicato il: 23/02/2008

I chip a radio frequenza (dispositivi con Identificazione radiofrequenza:  tecnicamente RFID), impiegati  negli articoli in commercio come misure anti-taccheggio, dovranno essere disattivati al momento dell'acquisto per proteggere la privacy dell'acquirente.
Lo afferma una bozza di normativa proposta ieri dalla Commissione Europea. Sulle linee guida della legislazione (che il Commissario per la Società  dell'Informazione e i Media, Viviane Reding, spera sarà  adottata dall'esecutivo Ue e poi applicata ai 27 stati membri) sarà  lanciata una consultazione pubblica.
L'obiettivo perseguito nella stesura della bozza è stato il bilanciamento tra la difesa della privacy e l'impiego di nuove tecnologie, come riferito da un portavoce.
I dispositivi con Identificazione a Radiofrequenza (RFID) sono piccole etichette che possono essere applicate ai prodotti in funzione anti-taccheggio o essere impiantati sugli animali o sui veicoli cosicchà© i proprietari possano rintracciarli facilmente.Il loro crescente utilizzo ha sollevato la preoccupazione che si possa arrivare ad usi impropri di dati sensibili, per esempio una targhetta nei vestiti potrebbe essere usata come strumento di sorveglianza.
Nella bozza si incoraggia la creazione di un simbolo comune che indichi che un prodotto contiene un chip a radio frequenza, così che non possa essere usato segretamente e si auspica la disattivazione al momento della vendita.


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