Drogati di internet, la dipendenza esiste

Al Policlinico Gemelli di Roma esiste un centro che cura la dipendenza da internet. Aperto solo 3 mesi fa, registra già  un boom di richieste. I più colpiti? Adolescenti e adulti sotto i 40 anni.

Autore: Andrea Sala

Adnkronos Salute ha condotto un'indagine presso il Policlinico Gemelli di Roma per scoprire come funziona l'Internet Addiction Disorder, la sindrome da dipendenza da internet. Allo speciale ambulatorio romano inaugurato 3 mesi fa giungono moltissime richieste di aiuto, in numeri simili a quelli che si registrano per l'eroina o la cocaina. I più colpiti - rivela lo psichiatra responsabile del centro, Federico Tonioni – sono gli adulti sotto i 40 anni e gli adolescenti, che si chiudono in sà© stessi proiettando la propria esistenza nei giochi di ruolo sul web.
Ma non sono solo i videogames a causare dipendenza. Nel caso degli adulti ci sono diverse motivazioni che spingono le persone all'ossessione: i social network, le chat, il sesso virtuale e il gioco d'azzardo sono altri aspetti scatenanti. Tonioni rivela che sono molti i "casi di chi si finge un altro e, sotto mentite spoglie, contatta la propria fidanzata su Internet, le propone la propria amicizia e nei spia le reazioni per vedere cosa fa". Una versione moderna del vecchio pedinamento della fidanzata. Spesso, però, il fatto peggiora e porta ad altri livelli la paranoia connessa al web.
Il gruppo di "malati" più numeroso, però, è quello degli adolescenti dai 13 ai 20 anni, spesso accompagnati al centro dai genitori preoccupati dagli scarsi risultati a scuola e dall'eccessiva solitudine dei figli. Sono i ragazzi dipendenti dai giochi di ruolo su internet, giovani che proiettano il loro essere in un mondo virtuale, sviluppando deficit emotivi e sociali nella realtà . Si tratta di individui "intelligenti e razionalmente più maturi di altri, tendenti all'isolamento e con evidenti alterazioni nell'ambito dell'emotività ". "Caratteristiche tipiche dell'adolescenza, che - prosegue Tonioni - sembrano in questi casi più radicate, innescando una profonda angoscia tra i genitori che non riescono a entrare in contatto con loro". La patologia, figlia del nostro tempo, è stata individuata nel 1995 dallo psichiatra americano Ivan Goldberg e denominata IAD, ossia Internet Addiction Disorder. Le forme più acute della malattia portano a deterioramento fisico e psichico della persona interessata.
L'ultima declinazione della dipendenza è quella connessa ai social network, i siti "sociali" come Facebook e Twitter che, spesso, innescano comportamenti voyeuristici e, portati all'estremo, patologici. Metà  dei 350 milioni di iscritti a Facebook, ad esempio, si connette quotidianamente al sito. La cyberdipendenza è una realtà , come testimoniano i 60 pazienti già  curati dall'ambulatorio romano. E il numero delle richieste cresce di giorno in giorno.

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