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Drogati di internet, la dipendenza esiste

Al Policlinico Gemelli di Roma esiste un centro che cura la dipendenza da internet. Aperto solo 3 mesi fa, registra già  un boom di richieste. I più colpiti? Adolescenti e adulti sotto i 40 anni.

Autore: Andrea Sala

Pubblicato il: 25/01/2010

Adnkronos Salute ha condotto un'indagine presso il Policlinico Gemelli di Roma per scoprire come funziona l'Internet Addiction Disorder, la sindrome da dipendenza da internet. Allo speciale ambulatorio romano inaugurato 3 mesi fa giungono moltissime richieste di aiuto, in numeri simili a quelli che si registrano per l'eroina o la cocaina. I più colpiti - rivela lo psichiatra responsabile del centro, Federico Tonioni – sono gli adulti sotto i 40 anni e gli adolescenti, che si chiudono in sà© stessi proiettando la propria esistenza nei giochi di ruolo sul web.
Ma non sono solo i videogames a causare dipendenza. Nel caso degli adulti ci sono diverse motivazioni che spingono le persone all'ossessione: i social network, le chat, il sesso virtuale e il gioco d'azzardo sono altri aspetti scatenanti. Tonioni rivela che sono molti i "casi di chi si finge un altro e, sotto mentite spoglie, contatta la propria fidanzata su Internet, le propone la propria amicizia e nei spia le reazioni per vedere cosa fa". Una versione moderna del vecchio pedinamento della fidanzata. Spesso, però, il fatto peggiora e porta ad altri livelli la paranoia connessa al web.
Il gruppo di "malati" più numeroso, però, è quello degli adolescenti dai 13 ai 20 anni, spesso accompagnati al centro dai genitori preoccupati dagli scarsi risultati a scuola e dall'eccessiva solitudine dei figli. Sono i ragazzi dipendenti dai giochi di ruolo su internet, giovani che proiettano il loro essere in un mondo virtuale, sviluppando deficit emotivi e sociali nella realtà . Si tratta di individui "intelligenti e razionalmente più maturi di altri, tendenti all'isolamento e con evidenti alterazioni nell'ambito dell'emotività ". "Caratteristiche tipiche dell'adolescenza, che - prosegue Tonioni - sembrano in questi casi più radicate, innescando una profonda angoscia tra i genitori che non riescono a entrare in contatto con loro". La patologia, figlia del nostro tempo, è stata individuata nel 1995 dallo psichiatra americano Ivan Goldberg e denominata IAD, ossia Internet Addiction Disorder. Le forme più acute della malattia portano a deterioramento fisico e psichico della persona interessata.
L'ultima declinazione della dipendenza è quella connessa ai social network, i siti "sociali" come Facebook e Twitter che, spesso, innescano comportamenti voyeuristici e, portati all'estremo, patologici. Metà  dei 350 milioni di iscritti a Facebook, ad esempio, si connette quotidianamente al sito. La cyberdipendenza è una realtà , come testimoniano i 60 pazienti già  curati dall'ambulatorio romano. E il numero delle richieste cresce di giorno in giorno.

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