Al processo intentato da Fapav contro Telecom Italia, l'associazione antipirateria ha chiesto al Tribunale di Roma che il provider riveli i nomi degli utenti colpevoli di download illegale. Il Garante della Privacy dubbioso sulle prove di Fapav.
Autore: Andrea Sala
Primo giorno del processo Fapav contro Telecom Italia. Gli avvocati dell'associazione antipirateria hanno chiesto al Tribunale di Roma di emettere un decreto ingiuntivo nei confronti di Telecom. Tale decreto obbligherebbe il provider a rivelare i nomi di tutti quegli utenti internet colpevoli di download illegale e conseguente violazione dei diritti d'autore. In più l'accusa chiede anche che Telecom oscuri i siti di file sharing, P2P e di streaming e, in caso di infrazione accertata, il provider invii un avvertimento via mail all'utente colpevole. Fapav, per dimostrare la propria tesi, ha portato in aula una lunga lista di "criminali" del web: ben 2,2 milioni di indirizzi IP archiviati a partire dal 2008 dalla società francese specializzata CoPeerRight. Ci sono molti dubbi, però, sul processo di raccolta dei dati. Gli avvocati Telecom intendono infatti controbattere all'associazione accusandola di violazione della privacy, tesi sostenuta anche dal Garante. Se tale accusa dovesse venire comprovata le prove indiziarie dovrebbero essere escluse dal processo, indebolendo di molto la posizione di Fapav. Il provider, inoltre, ha ribadito di essere solo un fornitore di servizi e di non potere in alcun modo spiare o raccogliere informazioni sugli utenti e le loro attività online.
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