Fini, internet deve essere sinonimo di libertà 

Oggi a Montecitorio si è aperto un importante incontro sul tema "Internet e libertà  â€“ Perchà© dobbiamo difendere la rete". Ad organizzare l'evento è stato Gianfranco Fini che ha anche tenuto il discorso introduttivo. Ospite d'eccezione è stato Lawrence Lessing, fondatore dell'organizzazione Creative Commons.

Autore: Andrea Sala

Alle 15:00 di oggi si è aperto a Roma il quarto appuntamento del ciclo Capitale Digitale – serie di incontri organizzati da Telecom Italia, Fondazione Romaeuropa, Comune di Roma e la rivista Wired.
Alla Sala della Regina di Montecitorio si è aperto il convegno intitolato "Internet e libertà  â€“ Perchà© dobbiamo difendere la rete", patrocinato dal Presidente della Camera, Gianfranco Fini. E proprio Fini ha aperto le danze con il suo discorso introduttivo circa la cultura digitale e il ruolo di internet nella civiltà  moderna.
Gli interventi sono stati molteplici e hanno interessato speaker quali Franco Bernabè, Umberto Croppi, Fiorello Cortiana, Juan Carlos de Martin, Paolo Gentiloni, Stefano Quintarelli e Paolo Romani. Il parterre è composto, quindi, da addetti ai lavori che hanno potuto offrire il loro punto di vista su internet e la sua regolamentazione.
Ospite speciale è stato Lawrence Lessing, fondatore dell'organizzazione Creative Commons, docente di legge all'università  di Standford e direttore del Center for Ethics dell'Harvard University. L'intervento di Lessing, intitolato "L'ideale di trasparenza che viene dalla Rete. E la sua realtà ", ha toccato lo scottante tema delle proprietà  intellettuali sul web. La sua idea è universalmente conosciuta e vede la rete come il vero ideale di democrazia: alla base di questa visione è appunto la libertà  di opinioni e di circolazione di dati, aspetto, questo, che è sempre più causa di polemiche e scontri. Basti pensare agli scellerati gruppi su Facebook o alle frequenti accuse di violazioni della privacy o del copyright connesse con il mondo online.
Proprio il tema di internet alle prese con il legislatore sul piede di guerra è stato un aspetto particolarmente cruciale dell'incontro di oggi. Se la libertà  e l'indipendenza della rete sono visti come diritti da difendere, ciò non sembra rassicurare gli utenti finali e i fornitori di servizi. A sostenere l'incertezza è la completa assenza di leggi e normative che ben si adattino alla natura costantemente in divenire della rete.
Le recenti decisioni delle autorità  di giustizia, inoltre, non fanno che gettare benzina sul fuoco: l'oscuramento di The Pirate Bay e la condanna dei tre dirigenti di Google per il famoso video del pestaggio di un disabile su YouTube sono a tutti gli effetti atti arbitrari compiuti secondo criteri soggettivi in assenza di normative adatte.
Le polemiche che seguono questi atti sono, quindi, legittime, e non riguardano tanto l'episodio in sà© quanto il pericolo che le decisioni dei tribunali diventino dei precedenti su cui basare le sentenze a venire. In fondo, questo è il modo in cui la rete risponde a chiunque voglia porre dei limiti alla sua natura libera e "aperta". Natura da difendere, a tutti i costi.

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