LUE punisce i produttori di chip, 331 milioni di multa

La Commissione Europea ha comminato una maxi multa da 331 milioni di Euro ai maggiori produttori di memorie mondiali: tra il 1998 e il 2002 avrebbero formato un cartello per tenere alto il prezzo di questi componenti.

Autore: Andrea Sala

Toshiba, Samsung, Hitachi e Mitsubishi sono solo alcuni di grandi nomi coinvolti in un brutto caso di pratiche commerciali scorrette. Pratiche che sono state punite dalla UE con una maxi-multa per un totale di 331 milioni di Euro, perchè questi avvenimenti non accadano più.
Procedendo con ordine, la colpa dei giganti dell'informatica è quella di aver creato, tra il mese di luglio 1998 e il mese di giugno 2002, un vero e proprio cartello perchè non si abbassasse il prezzo delle memorie DRAM. Il componente era ed è di uso comune su molti dispositivi, dagli smartphone ai notebook, dai pc alle stampanti.
La decisione della Commissione è arrivata dopo aver accertato che il cartello ha interessato proprio – e soprattutto – il continente europeo. Una decina i nomi coinvolti, ma sono state solo nove le aziende punite dalla Ue: a salvarsi è stata la sola Micron, per aver avvertito l'Antitrust europeo dell'esistenza del cartello.
La sanzione più pesante ha colpito Samsung, multata per 146 milioni di Euro, seguita da Infineon con 57 milioni. La UE, tuttavia, ha comunque riservato un trattamento di favore alle aziende sotto accusa. Sì, perchè tutte hanno ammesso la colpevolezza e hanno collaborato totalmente alle indagini.
Per questo, l'autorità  europea ha deciso di ridurre del 10% il totale della multa e ha espresso approvazione per il comportamento delle società .

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