Toshiba,
Samsung,
Hitachi e
Mitsubishi sono solo alcuni di grandi nomi coinvolti in un brutto caso di
pratiche commerciali scorrette. Pratiche che sono state punite dalla UE con una
maxi-multa per un totale di
331 milioni di Euro, perchè questi avvenimenti non accadano più.
Procedendo con ordine, la colpa dei giganti dell'informatica è quella di aver creato, tra il mese di
luglio 1998 e il mese di giugno 2002, un vero e proprio
cartello perchè non si abbassasse il prezzo delle memorie DRAM. Il componente era ed è di uso comune su molti dispositivi, dagli smartphone ai notebook, dai pc alle stampanti.
La decisione della Commissione è arrivata dopo aver accertato che il cartello ha interessato proprio – e soprattutto – il
continente europeo. Una
decina i nomi coinvolti, ma sono state solo
nove le aziende punite dalla Ue: a salvarsi è stata la sola
Micron, per aver avvertito l'Antitrust europeo dell'esistenza del cartello.
La sanzione più pesante ha colpito
Samsung, multata per
146 milioni di Euro, seguita da
Infineon con
57 milioni. La UE, tuttavia, ha comunque riservato un trattamento di favore alle aziende sotto accusa. Sì, perchè
tutte hanno ammesso la colpevolezza e hanno collaborato totalmente alle indagini.
Per questo, l'autorità europea ha deciso di
ridurre del 10% il totale della multa e ha espresso approvazione per il comportamento delle società .
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