Planets, una capsula del tempo per preservare la memoria digitale
Il progetto europeo "Planets" ha portato alla creazione di un "genoma digitale", una capsula sigillata contenente la chiave per leggere formati digitali che oggi sono in uso, ma che tra qualche decennio saranno estinti. La capsula è stata depositata in un bunker antiatomico in Svizzera.
Autore: Redazione D. Life
Sembra la scena di un film di fantascienza, eppure è quello che è successo realmente sulle Alpi svizzere negli scorsi giorni. Alcuni ricercatori europei, scortati da guardie del corpo, hanno depositato in un bunker antiatomico segretissimo un "genoma digitale", ovvero una capsula sigillata contenente la chiave per leggere formati digitali ormai estinti. La capsula sarà protetta da una porta di tre tonnellate e mezzo e da un labirinto di gallerie e cinque zone di sicurezza, per preservarne l'integrità a lungo nel tempo. L'intento è quello di fornire alle generazioni future la possibilità di accedere a dati contenuti in supporti ormai non più in uso. Il problema è semplice: i supporti hardware e software per l'archiviazione dei dati digitali cambiano e si aggiornano ad un ritmo incessante. Formati come Cd e Dvd, per esempio, sono in grado di restare in voga per non più di 20 anni; per altri formati il periodo di vita si accorcia ulteriormente attestandosi tra i 5 e i 7 anni. Urge quindi trovare un modo per non perdere i dati archiviati con l'evolvere delle tecnologie: e questo è proprio l'intento di "Planets", un progetto quadriennale al quale partecipano biblioteche, archivi e istituzioni di tutta Europa, che è culminato appunto con la creazione della "capsula del tempo". "I diari di Einstein si possono prendere da uno scaffale e leggere ancor oggi. In futuro, tra 50 anni la maggior parte degli appunti di Stephen Hawking saranno probabilmente archiviati in digitale e potremmo non essere in grado di accedervi", spiega Adam Farquhar della British Library, coordinatore del progetto. "Se non riusciamo a sviluppare misure adeguate per la preservazione digitale, in futuro ci potrebbe costare miliardi" aggiunge il professor Andreas Rauber dell'Università di Vienna. Le cifre in gioco sono, effettivamente, impressionanti: per esempio, è stato stimato che la sola Unione Europea perde ogni anno informazioni digitali per almeno 3 miliardi di Euro.
Informativa
Questo sito o gli strumenti terzi da questo utilizzati si avvalgono di cookie necessari al funzionamento ed utili alle finalità illustrate nella cookie policy. Se vuoi saperne di più o negare il consenso a tutti o ad alcuni cookie, consulta la cookie policy. Chiudendo questo banner, acconsenti all’uso dei cookie.