Un clamore al di là delle previsioni degli stessi attivisti di
Amnesty International: stiamo parlando di
Tyrannybook, il social network dei diritti umani, lanciato poco tempo e contraddistinto da un immediato successo.
Diversi elementi hanno contribuito a decretare un tale interesse da parte del popolo del web: la popolarità dell'
associazione non profit, la similarità fra il sito e Facebook, del quale era richiamata la struttura portante, sia nell'interazione fra gli utenti, che nella visualizzazione dei contenuti e nelle azioni possibili da compiere da parte degli
iscritti.
Tyrannybook metteva al centro i diritti umani e i crimini compiuti dai
tiranni al potere nella
società contemporanea: gli internauti potevano scegliere di "osservare" criticamente le azioni compiute da alcuni
leader politici, fra i quali il presidente della Cina Hu Jintau e quello dell'Iran Mahmoud Ahmadinejad.
Stiamo parlando al passato del social network perchà© l'improvviso successo ha decretato la fine: come spiegato nella pagina visualizzata ora all'indirizzo
www.tyrannybook.com, gli attivisti portoghesi di Amnesty non hanno i
fondi per continuare a gestire il sito.
Nella nuova
homepage è presente un messaggio, in cui vengono ringraziati gli oltre 2milioni di
visitatori che hanno contribuito, con la loro massiccia presenza, al successo del progetto.
Si spiega come, almeno temporaneamente, Tyrannybook sarà inattivo, ma viene ricordato come l'impegno dell'associazione non profit continua nelle varie
sedi locali e si invitano gli utenti a unirsi alla loro attività .
Un applauso, comunque, agli
attivisti dell'associazione, capaci di coinvolgere il popolo del web in una interazione produttiva e intelligente sul web: mentre spesso su
Facebook & Co. si sommano gli argomenti più frivoli, Tyrannybook è stato capace di creare entusiasmo per una delle cause più nobili, i
diritti umani.