Google ha recentemente lanciato un
nuovo servizio, chiamato
Transparency Report, che mostra su una mappa del mondo dove i vari
Governi hanno deciso di "ficcare il naso" nelle attività e nei prodotti di BigG.
Attraverso il tool gli utenti potranno venire a sapere
quali paesi hanno chiesto - o imposto - a Mountain View di oscurare dei contenuti, o dove i servizi del gigante americano sono stati del tutto bloccati.
Insomma, Transparency Report consente di esaminare ogni nazione e capire il
livello di censura applicato al web: così facendo Google mette a nudo tutte le attività governative che minano la libertà della rete, allo stesso tempo dissociandosi da esse e prendendo una chiara posizione in merito.
In particolare, dal tool di BigG sarà possibile determinare quali Governi hanno contattato Google per chiedere l'oscuramento di alcuni siti o pagine, mentre la sezione
Traffic indica la situazione del traffico web in un dato Stato, puntualizzando se le eventuali interruzioni sono dovute a
problemi tecnici o a vere e proprie azioni di
censura.
Cliccando sui pinpoints nella mappa, poi, si accede al
dettaglio di ogni singola nazione: è possibile vedere in quale servizio le richieste di "correzione" siano andate ad intervenire, su
YouTube, AdWords, le ricerche web, i blog (blogspot) o altri servizi a marchio Google.
L'Italia, si vede sul grafico, nel primo semestre 2010 ha richiesto la rimozione di ben
69 pagine. Ai livelli più alti, in termini di numeri, troviamo il Brasile con
398 rimozioni, Stati Uniti con
128 e Germania con
124.
Altri Paesi particolarmente "restrittivi" sono Francia, India e Inghilterra.
La mossa di Google è particolarmente interessante perchà© mostra l'operato dei governi delle Nazioni occidentali, in cui dovrebbe vigere la democrazia e la libertà d'opinione: sono moltissimi, anche se di minore entità , gli interventi per "ammutolire" il web.
Il mettere alla berlina questi comportamenti censori, da un altro punto di vista, va anche a
vantaggio di Google: visto che è tutto in chiaro, forse BigG intende sconsigliare tali attività alle varie amministrazioni. In questo modo il traffico web (e la
pubblicità veicolata) aumenterebbe in tutte le nazioni. E Google guadagnerebbe ancora di più.