Tutti conto la rete. O meglio, tutti contro il
download illegale dalla rete.
Dopo
major discografiche e gli
studios di Hollywood ora è la volta di un settore molto colpito dal peer-to-peer e dalla pirateria:
l'industria del porno.
I baroni dei film a luci rosse, infatti, sono stufi di vedere i loro fatturati scendere costantemente a causa di internet. Infatti, se da una parte
la rete muove molto denaro proprio grazie all'hard, da un altro punto di vista la stessa internet arreca un
notevole danno economico a chi produce tali contenuti: il web con una mano dà e con l'altra toglie. E toglie molto.
Tanto che i più famosi magnati del porno hanno deciso di riunirsi ad una
convention internazionale e discutere sul problema che, a parer loro, sta diventando troppo grave.
Alla conferenza, organizzata per il prossimo ottobre dalla casa di produzione
Pink Visual in Arizona, tutti i portavoce del settore si scambieranno opinioni su come
contrastare il dilagare della pirateria. Ma non solo, il meeting sarà anche un'occasione per mostrare ai produttori di film hard le varie
tecniche hardware e software per proteggere i loro prodotti.
Le prime idee che sono trapelate, però, fanno leva su altri aspetti: c'è chi suggerisce di
rendere pubblici i nomi di chi scarica materiale pornografico da fonti illecite, facendo leva sull'imbarazzo quindi, e c'è chi invoca
sanzioni disciplinari esemplari.
D'altronde, fanno notare i magnati del sesso, produrre porno è un mestiere e le aziende del settore pagano le tasse come chiunque altro.
Alison Vivas, presidente di Pink Visual, precisa: "In passato la gente era disposta a pagare molto per il porno. Oggi sembra che la maggior parte degli utenti pensi che i contenuti per adulti siano gratuiti". E propone di "rendere pubblici i nomi degli indagati per contraffazione".
Se Vivas propone,
Larry Flint agisce: il noto editore di Hustler, infatti, è famoso per il suo pugno di ferro contro i pirati e chi scarica files protetti da diritto d'autore.
Ad oggi gli avvocati di Flint hanno avviato cause legali contro ben
630 "pirati", minacciando di rivelare pubblicamente la natura dei filmati scaricati.
Contro i pirati il porno si dimostra
molto poco soft.