Dopo che i due controversi disegni di legge statunitente,
SOPA e PIPA, sono stati congelati, le organizzazioni e gli attivisti che combattono per un web libero e senza censure hanno iniziato a contestare la firma del trattato
ACTA da parte dell'Unione Europea.
Ieri infatti l'Unione Europea si è unita ad altre 8 grandi potenze mondiali, tra cui Stati Uniti, Giappone e Sud Corea, nel dire sì al trattato antipirateria ACTA (Anti-Counterfeiting Trade Agreement). I sostenitori di questo trattato ritengono che sia un'arma molto efficace per combattere il traffico illecito sulla rete di prodotti coperti da copyright. I detrattori invece ritengono questo accordo una vera e propria censura del web, trasformando i provider in una sorta di polizia in quanto responsabili della violazione della proprietà intellettuale operata dai propri clienti.
Tuttavia l'Ue per ratificare definitivamente questo accordo ha bisogno di un voto del
Parlamento europeo che presumibilmente avverrà tra maggio e giugno. E così, per far pressione sull'organismo europeo,
Anonymous, il collettivo di hackers che si batte per la libertà di internet, ha attaccato il sito web del Parlamento rendendolo off-line per alcune ore.
Anonymous ieri aveva apertamente minacciato l'UE su
Facebook affermando di essere pronta a lanciare ''azioni mirate contro la Commissione europea ed il Consiglio europeo'' per aver firmato l'Acta.
La Commissione europea, da parte sua ha detto di seguire con forte preoccupazione gli attacchi e le critiche al trattato: "i principi dell'ACTA dovrebbero essere discussi apertamente, ma ciò non influenzerà il modo in cui abbiamo a che fare con download", ha detto ieri
Ryan Heath, portavoce della commissaria europea incaricata per le nuove tecnologie Neelie Kroes.