Dall'
inchiesta effettuata dalla Fair Labour Association (FLA) riguardante le
condizioni di lavoro dei dipendenti Foxconn, è emerso che
sono state rilevate oltre cinquanta gravi violazioni delle norme FLA e che
non vengono rispettate anche le leggi che regolano il diritto del lavoro in Cina.
Gli ispettori FLA hanno trascorso nelle
fabbriche di Guanlan, Longhua e Chengdu ben tremila ore, intervistando
35mila dipendenti e controllando anche le buste paga e i programmi di produzione.
Nello specifico, nell'ultimo anno, in tutte e tre le fabbriche
sono state superate le 60 ore di lavoro settimanale, ossia il monte orario limite imposto dalla FLA: sono molti infatti gli operai che hanno dichiarato di aver lavorato ininterrottamente per 7 giorni, saltando il turno di riposo. In alcuni casi, i giorni di lavoro consecutivi sono stati addirittura undici.
Nonostante ciò, il 48% dei dipendenti ha affermato che gli orari di lavoro sono comunque ragionevoli e il 33,8% ha dichiarato che lavorerebbe anche di più pur di ottenere un guadagno maggiore: lo stipendio medio nelle tre aziende è di
269 Euro a Chengdu, 320 Euro a Longhua e 342 Euro a Guanlan, certamente insufficiente a soddisfare "i bisogni primari".
L'inchiesta rivela inoltre che il 14% degli operai non riceve un equo compenso per gli straordinari, che vengono calcolati ogni 30 minuti di lavoro in più.
Un altro "tasto dolente" riguarda la sicurezza: il 43% dei dipendenti ha subito o è stato testimone di un incidente sul lavoro.
Dal canto suo,
Foxconn ha promesso che d'ora in poi
osserverà sia le leggi di lavoro in Cina, sia le norme FLA: entro luglio 2013 dovrebbero essere
ridotti gli orari di lavoro e saranno
assunti migliaia di nuovi dipendenti. L'azienda ha inoltre dichiarato che
pagherà gli straordinari arretrati e migliorerà le
condizioni di sicurezza e la qualità di alloggi e mensa.