Anonymous attacca la Cina: offline più di 300 siti web

Gli hacker di Anonymous hanno attaccato oltre 300 siti web cinesi per protestare contro la censura del Governo.

Autore: Chiara Bernasconi

A pochi giorni dall'attacco ai siti dei Carabinieri, della Polizia e del Ministero dell'Interno, Anonymous ritorna a colpire: questa volta sono stati violati oltre 300 siti web cinesi, tra cui anche portali governativi e commerciali.
L'obiettivo era quello di protestare contro l'ultima campagna di censura del Governo.
Oggi sembra che i siti colpiti abbiano ripreso una regolare attività , ma nei giorni scorsi Anonymous aveva lanciato il seguente messaggio: "Al popolo cinese: il vostro governo controlla il Web nel vostro paese e si sforza di filtrare quello che considera una minaccia per lui. Per tutti questi anni, il governo comunista della Cina ha sottomesso il suo popolo a leggi ingiuste. Caro governo cinese, non sei infallibile, oggi vengono piratati i tuoi siti Internet, domani sarà  il tuo vile regime a cadere".
Il governo cinese aveva annunciato una stretta nei controlli sul web, l'arresto di più di mille persone sospette e la cancellazione di più di 200mila messaggi considerati "pericolosi".

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