Sarà difficile spegnere le polemiche generate da questa vicenda: ancora una volta i
social network entrano in discussione in merito alla questione del
rispetto della privacy. I fatti: alcuni pazienti, ricoverati nel reparto rianimazione di un ospedale di Udine, per l'esattezza il
nosocomio Santa Maria della Misericordia, sono finiti a loro insaputa sulle pagine del portale
Facebook, dopo che alcuni
membri del personale medico, in un momento di pausa, hanno scattato qualche
fotografia, pubblicata poi da un'infermiera sul suo
profilo; nelle foto si intravedono anche i pazienti intubati, chiaramente fotografati senza il loro consenso.
L'ospedale ha subito aperto un'
indagine interna, dopo aver sottolineato la propria estraneità ai fatti ed essersi distanziati dall'operato della dipendente. Una questione di "
una assoluta gravità ": con queste parole il direttore dell'Azienda Santa Maria della Misericordia,
Carlo Favaretti, ha commentato i fatti. E' stato inoltre bloccato l'accesso a Facebook per tutti i dipendenti della struttura sanitaria.
La responsabile andrà ora incontro a una
pluralità di indagini: oltre al mancato rispetto delle
norme sulla privacy, la donna potrà essere accusata di
violazione della legge sui dati personali, dei
regolamenti interni sul comportamento dei dipendenti dell'Azienda ospedaliera e di violazione delle regole sull'utilizzo della
rete Intranet ed infine del
Codice deontologico dei professionisti. Tutti possibili reati gravi, acuiti dal coinvolgimento nella vicenda di
persone malate, per lo più intubati in camera di rianimazione, un particolare in grado di accrescere
critiche e disapprovazione da parte dell'
opinione pubblica.
Ancora una volta Facebook finisce nell'occhio del ciclone per questioni legati al rispetto della privacy: il bisogno di
normative più severe e di un
maggiore controllo da parte degli
amministratori del portale sono elementi fondamentali per gestire un fenomeno che interessa la società attuale, ma probabilmente, vicende come questa mettono in luce il bisogno di una
consapevolezza maggiore negli utenti rispetto alle conseguenze delle loro azioni.