Il nuovo sistema di sottoscrizione
introdotto ieri da
Apple si estenderà a tutti i contenuti online, non solo ai giornali. I servizi di film, musica ed ebooks dovranno pagare una percentuale ad Apple.
"La nostra filosofia è semplice: quando Apple porta un nuovo abbonato, Apple guadagna una percentuale pari al 30%, quando un editore si fa un nuovo utente per l'applicazione, l'editore mantiene il 100% e Apple non guadagna nulla", ha dichiarato
Steve Jobs in una recente intervista.
Questa nuova policy ha però già trovato un antagonista:
Rhapsody, distributore musicale in abbonamento, non ci sta e promette di muoversi anche per vie legali.
"Un accordo imposto dall'alto che ci obbliga a pagare il
30% del nostro fatturato a Apple, oltre alle tasse che paghiamo per le etichette musicali, editori e artisti, è economicamente insostenibile", ha detto la società in un comunicato. "Semplicemente non siamo in grado di offrire il nostro servizio attraverso iTunes store se siamo soggetti al 30% di trattenuta contro la tipica tariffazione del
2.5% delle carte di credito».
L'unica soluzione possibile avanzata da Rhapsody è l'abbandono della piattaforma Apple entro il termine ultimo fissato per il 30 giugno. La società non ha escluso
un ricorso all'antitrust degli Stati Uniti.