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Nuovo servizio di abbonamento di Apple, Rhapsody non ci sta

A poche ore dall'annuncio di Apple relativo al cambio di policy di App Store, Rhapsody avanza le prime critiche, affermando che la situazione è diventata letteralmente insostenibile.

Autore: Redazione IT Tech & Social

Pubblicato il: 16/02/2011

Il nuovo sistema di sottoscrizione introdotto ieri da Apple si estenderà  a tutti i contenuti online, non solo ai giornali. I servizi di film, musica ed ebooks dovranno pagare una percentuale ad Apple. 
"La nostra filosofia è semplice: quando Apple porta un nuovo abbonato, Apple guadagna una percentuale pari al 30%, quando un editore si fa un nuovo utente per l'applicazione, l'editore mantiene il 100% e Apple non guadagna nulla", ha dichiarato Steve Jobs in una recente intervista.
Questa nuova policy ha però già  trovato un antagonista: Rhapsody, distributore musicale in abbonamento, non ci sta e promette di muoversi anche per vie legali.
"Un accordo imposto dall'alto che ci obbliga a pagare il 30% del nostro fatturato a Apple, oltre alle tasse che paghiamo per le etichette musicali, editori e artisti, è economicamente insostenibile", ha detto la società  in un comunicato. "Semplicemente non siamo in grado di offrire il nostro servizio attraverso iTunes store se siamo soggetti al 30% di trattenuta contro la tipica tariffazione del 2.5% delle carte di credito».
L'unica soluzione possibile avanzata da Rhapsody è l'abbandono della piattaforma Apple entro il termine ultimo fissato per il 30 giugno. La società  non ha escluso un ricorso all'antitrust degli Stati Uniti.

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