Alcuni giorni fa, esponenti di
Anonymous hanno
diffuso in rete un file contenente un milione di
UDI, i codici che consentono di
identificare in modo univoco un dispositivo
Apple, sostenendo di averle rubate dal computer di un agente dell'
FBI.
L'azione, nelle intenzioni di Anonymous, avrebbe dovuto dimostrare chegli UDI sono pericolosi per la
privacy degli utenti, e che il goberno statunitense se ne serve per
spiarli indiscriminatamente.
Ora però l'editore digitale
Blue Toad ha dichiarato che i dati diffusi corrispondono al 98% con quelli dei propri archivi, e sono stati probabilmente
rubati dai suoi server nel corso di un attacco hacker avvenuto due settimane fa.
La notizia rende
meno credibile la possibilità che i dati siano stati veramente rubati all FBI. Anche se è teoricamente possibile che i dati rubati fossero poi finiti in mano di un agente, Anonymouis sosteneva di esserseli procurati in marzo, ben prima dell'attacco a Blue Toad.
In ogni caso, rimane il problema della
pericolosità degli UDI. Apple ha già fatto sapere che nella versione definitiva del sistema operativo
iOS 6 verrà usato un metodo
differente per identificare gli utenti.