Cuffie da running, su quali puntare e perché

Auricolari o ad archetto, tradizionali o a conduzione ossea. Le cuffie per fare sport sono molte, ecco le caratteristiche che devono per forza avere.

Autore: Redazione BitCity

La Fase 3 mette fine al distanziamento sociale e permette la totale ripresa delle attività sportive. Una boccata d'aria dopo le settimane di lockdown, che coincide anche con una stagione metereologica favorevole per l'attività all'aperto.

Molti appassionati di running sono tornati in attività. Sono ancora più numerosi coloro che si avvicinano a questo sport con l'obiettivo di rimettersi in forma. A prescindere dal livello di impegno e dalla preparazione di ciascuno, un elemento è certo: è fondamentale l'accompagnamento musicale. Oltre a distrarre dalla fatica, è riconosciuto come un elemento motivante, non a caso le app di streaming musicale offrono playlist apposite, anche per accompagnare i diversi momenti della corsa. Secondo alcune ricerche scientifiche, la musica può ridurre la sensazione di spossatezza fino al 20%.

Come scegliere le cuffie audio per la corsa

Per correre, e per l'attività sportiva in generale, occorrono cuffie audio adeguate. Chi avrà provato a usare lo stesso modello che indossa nelle videoconferenze o gli auricolari inclusi nelle confezioni degli smartphone, si sarà accorto che non è adatto. 

Prima di tutto per un banale motivo di comodità: le cuffie per lo sport devono essere leggere, non ci si deve quasi accorgere di indossarle. Inoltre, devono restare saldamente in posizione nonostante i sobbalzi che contraddistinguono la corsa. 

Ci sono anche dei requisiti tecnici: le cuffie da running devono supportare un'abbondante sudorazione, nonché eventuali scrosci d'acqua se l'intrepido sportivo incappa in un temporale estivo. E, una volta a casa, devono poter essere lavate e sanificate. I cosiddetti modelli over-ear, con il padiglione che copre tutto l'orecchio, sono fortemente sconsigliati.
Ricerca idealo: cresce l’interesse per le cuffie, wireless e non - Vero e proprio boom degli Apple AirPods che nell’arco di un anno, grazie alla comparazione prezzi, possono essere acquistati con un risparmio massimo medio del 19,3%. La prima domanda da porsi è se scegliere un prodotto con o senza filo. L'unico motivo per cui puntare sul filo è che non necessita della ricarica: l'alimentazione è presa dal dispositivo a cui sono collegate. Tuttavia, ci sono delle controindicazioni non indifferenti alle soluzioni cablate. Il filo spesso impedisce al corpo di muoversi in totale libertà, che è importante per una corretta coordinazione durante la corsa. Spesso si compiono movimenti scoordinati proprio per evitare di strappare il filo mentre ondeggia. In generale, sarebbe da prediligere un modello wireless.

Gli aspetti da controllare nella valutazione dei prodotti sono diversi. Oltre ad essere confortevoli da indossare, impermeabili, resistenti alla polvere, leggere e resistenti, le cuffie devono permettere a chi le indossa di sentire chiaramente i rumori circostanti. Certo, isolarsi dal mondo può essere piacevole, ma correndo per strada è fondamentale poter percepire se un'auto sopraggiunge alle spalle, se un passante chiede informazioni o se c'è qualsiasi segnale di pericolo. È quindi importante, a prescindere dal modello che si sceglie, optare per un prodotto a cui si possa disabilitare l'isolamento acustico.

Nei prodotti che nascono appositamente per lo sport sono chiaramente indicati i punti appena evidenziati. Ecco qualche esempio.

Gli auricolari

La prima soluzione a cui tutti pensano sono gli auricolari senza fili. Comunicano via Bluetooth con lo smartphone o con lo smartwatch, sono piccoli e, se si trova il modello adatto alla conformazione delle proprie orecchie, restano saldamente in posizione. 

Un modello di riferimento è il Jabra Elite Active 75t. Si tratta di auricolari compatibili con Google Assistant, Alexa e Siri per gestire telefonate e playlist senza interrompere il movimento ritmato delle braccia. Si possono scegliere anche modelli meno costosi, usando la scheda tecnica delle Jabra come riferimento per le caratteristiche da controllare. Il prodotto indicato è certificato IP57 per l'impermeabilità, quindi resiste a polvere e sudore, ha un'autonomia di 7 ore con singola ricarica. Soprattutto ha l'importantissima funzione HearThrough, che permette di sentire i suoni esterni durante la riproduzione musicale.
Alcuni preferiscono i modelli con appositi agganci ergonomici che girano attorno all'orecchio, con una conformazione simile a quella delle stanghette degli occhiali. Danno una sensazione di maggiore stabilità e sono più apprezzati da chi non indossa gli occhiali. Un esempio premium è quello delle Beats Powerbeats Pro, che promettono fino a 9 ore di ascolto, sono resistenti ad acqua e sudore e rispondono ai comandi vocali. 

Cavo sì, ma corto

Molti temono che gli auricolari si sfilino dalle orecchie e possano danneggiarsi cadendo. In questi casi è meglio optare per soluzioni con un cavo molto corto, che passa dietro alla nuca. La maggior parte di queste soluzioni peraltro ha anche un aggancio calamitato che permette, quando non si usano, di tenere gli auricolari al collo come una collana.

L'esempio top a cui ci si può ispirare è quello delle Bose SoundSport Wireless. Sono robuste, leggere, resistono agli spruzzi d'acqua e al sudore e promettono una qualità audio degna del marchio che portano. Dimezzando il prezzo si può optare per i Creative Outlier Sports, che beneficiano della certificazione IPX4, hanno una tenuta anti scivolamento e un'autonomia maggiore delle Bose.

A conduzione ossea

Una delle soluzioni più intriganti in questo settore è quella delle cuffie a conduzione ossea. Non c'è un auricolare che si posiziona all'imbocco del canale uditivo. Le due estremità dell'archetto rigido, appoggiate sulla parte alta degli zigomi o sulle tempie, emettono delle vibrazioni che vengono percepire come suoni.

Questa soluzione ha punti a favore e contrari.  Il contro fondamentalmente è uno: la qualità del suono non è allo stesso livello dei prodotti tradizionali di fascia alta. La musica si sente abbastanza bene, non ci sono distorsioni plateali, ma un audiofilo storcerebbe il naso. Anche perché non c'è, per ovvii motivi, alcuna soluzione di isolamento dal rumore esterno. Detto questo, è da ricordare che quelle di cui si parla sono cuffie pensate per lo sport, non per ascoltare musica ad alta fedeltà rilassati sul divano.

Altro punto a sfavore è la mancanza di comandi vocali. Nei modelli al momento disponibili i controlli sono a destra, sopra all'orecchio. Dopo averle usate per un po' si memorizzano le posizioni ed è facile regolare il volume e saltare i brani, o rispondere a una telefonata. Però bisogna sempre usare la mano destra, interrompendo in ritmo di corsa.
Passiamo ai vantaggi. Il primo è che chi ha un condotto uditivo sensibile, a cui danno fastidio gli auricolari, trova in queste cuffie una soluzione confortevole. Il secondo, non indifferente, è che le orecchie sono libere di percepire tutti i rumori dell'ambiente circostante. La scatola in genere contiene anche dei tappi per le orecchie, ma sono da usare, ad esempio, per isolarsi e dormire durante un volo aereo, non certo per strada.

Altro vantaggio è che l'archetto non è tanto stretto da infastidire, ma nemmeno troppo lasco da cadere: una volta posizionato, si possono fare tutti i movimenti desiderati senza problemi. In ultimo il prezzo: il modello Aftershokz, che è il più diffuso, ha una quotazione di fascia media, ben inferiore ai 200 euro. Qualcuno avrà piacere di sapere che di recente è stata ideata anche una versione per nuotatori.

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