Come scegliere un notebook: le cinque regole doro

Scegliere un notebook adatto al nostro modo di lavorare non è scontato. Ecco come fare scelte consapevoli.

Autore: Redazione BitCity

Scegliere un notebook, oggi, non è una cosa banale. Basta entrare in un qualsiasi centro commerciale per avere davvero l'imbarazzo della scelta. Decine di prodotti affollano gli scaffali. E molti di loro, in fondo, sembrano lo stesso prodotto solo con una estetica diversa. In parte è vero, in effetti. In un dato momento i produttori usano gli stessi componenti di base per realizzare configurazioni "medie". Che piacciano al maggior numero possibile di clienti.

Ognuno di noi però ha, o pensa di avere, esigenze tutte proprie. Così scegliere un notebook diventa il tentativo di unirle con il minimo di specifiche tecniche che possiamo consultare in un negozio oppure online. E con le caratteristiche che possiamo vedere o toccare con mano. Ma scegliere un notebook non è semplicemente fare un elenco di elementi che si cercano. E verificare che un dato modello li abbia.

Da dove conviene iniziare, quindi? La nostra opinione è che per scegliere un notebook sia meglio partire da considerazioni più generali. Legate al nostro modo di usare un computer e a quello che ci aspettiamo dal suo funzionamento. È magari un approccio poco "scientifico" ma di solito porta a una scelta adeguatamente ponderata. Riguardo all'uso di un computer, i punti chiave più importanti sono cinque.

La piattaforma dipende da gusti e applicazioni

Un PC o un Mac? Quindi, macOS o Windows? Lasciando perdere per semplicità Linux, a meno che non lo usiate per lavoro. E allora mettetevi l'anima in pace, perché i notebook con Linux preinstallato e configurato sono molto pochi. Lasciando anche perdere i Chromebook, perché al momento vanno bene giusto per le applicazioni di base. Scegliere un notebook, oggi, è ancora prima di tutto una scelta tra la Mela e Windows.
Questa scelta è quasi sempre implicita. Dipende dalle applicazioni che si usano, se esistono tutte o quasi solo per una piattaforma. E dipende dalle abitudini e dai gusti personali. Chi è abituato a usare una piattaforma difficilmente passa all'altra. Significa re-imparare diversi automatismi nell'uso quotidiano del proprio computer. Non da ultimo, è una scelta legata anche alle persone con cui si lavora. Se siamo circondati da Mac può essere inutilmente complicato essere i soli a sbandierare il vessillo di Windows. E viceversa.

C'è chi risolve la contrapposizione sottolineando che i Mac possono eseguire Windows facilmente. Con una piattaforma di virtualizzazione o nativamente, con Boot Camp. È vero, ma se siamo sicuri che useremo in larga prevalenza Windows, scegliere un notebook Apple è inutile. A parte la eterna diatriba sul costo più o meno alto di un PC rispetto a un Mac, i computer Apple non nascono pensati per Windows. E alla fine si vede.

Ci sono casi in cui scegliere un notebook macOS o Windows è indifferente? Sì, dipende ancora una volta dalle applicazioni che si usano. Se esistono per entrambe le piattaforme il problema è risolto. Accade ad esempio per Microsoft Office e la Creative Suite di Adobe. Vale la pena però verificare se le versioni siano davvero allineate come funzioni e interfaccia. Non è scontato.
Chi usa in prevalenza applicazioni web, che operano "dentro" un browser, ha ancora meno problemi. Applicazioni e servizi come la Google Suite, molti sistemi di collaborazione (come Slack) e persino le applicazioni enterprise sono sempre più spesso fruibili via browser. A quel punto non importa che notebook usiamo. Basta avere un browser adatto. Che, nella stragrande maggioranza dei casi, è Google Chrome o un suo parente stretto.

La portabilità ha il suo costo

Nel nostro nuovo computer certamente stiamo cercando portabilità, quindi compattezza e leggerezza. Altrimenti perché scegliere un notebook? Ma la portabilità ha il suo prezzo, non solo economico. Quindi va bene cercarla, ma fino a che punto davvero ci serve? Siamo spesso itineranti e ci serve sempre il nostro computer? Oppure, lo usiamo quasi sempre alla scrivania e ci muoviamo poco? O ancora, scegliamo un notebook perché i desktop sono esagerati, ma in fondo non uscirà mai di casa o dall'ufficio? Dobbiamo porci queste domande, e poi muoverci di conseguenza.

Il primo elemento che viene "colpito" dalla portabilità è la dimensione dello schermo. Che di norma sarà da 13 o da 15 pollici. Per chi usa applicazioni generiche un display da 13" con risoluzione Full HD andrà bene. Risoluzioni inferiori sono da rifiutare ormai, ammesso che ancora si trovino. Nell'altro senso, un display 13 pollici a risoluzioni più elevate del Full HD potrebbe porre problemi di leggibilità. Meglio non scegliere un notebook con display a risoluzioni molto elevate a scatola chiusa: usiamolo per un po'. E con applicazioni diverse, non con il solo sistema operativo.

Chi userà software in cui la resa grafica conta molto, farebbe meglio a scegliere un notebook con display da 15 pollici. Quindi chi fa grafica, fotoritocco, montaggio video, anche videogiochi. Farlo su un display piccolo è possibile. Ma alla lunga, e nemmeno tanto, diventa una sofferenza. Chiaramente chi ha queste esigenze deve guardare non solo alla diagonale dello schermo ma anche ad altri parametri. Su (buoni) display da 15 pollici anche la risoluzione 4K può essere gestibile. Ma, di nuovo, verifichiamolo direttamente.
Altro punto importante: l'autonomia lontano dalle prese elettriche. Più un PC è compatto e leggero, meno di solito dura la sua batteria. È una constatazione quasi ironica, perché chi è più interessato alla portabilità vorrebbe anche che il suo PC "durasse" a lungo. È una banale questione di spazio. Un PC piccolo ha poco spazio per le batterie. E l'autonomia cala. Oggi tutti i produttori promettono, per i PC di ultima generazione, autonomie da 10-12 ore.

La verità è che sono tutte stime orientative e abbastanza ottimistiche. Perché la durata della batteria del nostro nuovo PC dipende fortemente da cosa ci facciamo. Dalle applicazioni che usiamo, dal livello di luminosità del display, dall'utilizzo della sezione grafica... La morale è che con un PC ben progettato, recente e che non sovraccarichiamo di lavoro possiamo puntare a una giornata lavorativa lontano dall'alimentatore. Che però è sempre meglio portarsi dietro.

Scegliere un notebook classico, o cosa?

Meglio scegliere un notebook di impostazione tradizionale o un 2-in-1? O un cosiddetto "convertibile", anche se il termine è in disuso? I notebook con lo schermo che ruota di (quasi) 360 gradi sono comodi ad esempio se visualizziamo, per noi o anche per altri, contenuti multimediali. Allora la posizione "a tenda" è utile. Come può essere utile ruotare del tutto lo schermo e usare il notebook come tablet. Grazie al touchscreen e alla penna digitale.

Se l'idea del PC anche tablet ci attira, si può andare oltre e valutare i PC con tastiera staccabile come Microsoft Surface. Per questi modelli la portabilità è massima e il compromesso tra compattezza e fruibilità è accettabile. Persino buono, dipende molto dai gusti personali.
Attenzione, però. Abbandonare il fattore di forma classico e scegliere un notebook di nuova concezione pone qualche limite. I modelli in commercio oggi hanno display quasi solo da 13 pollici, o anche meno. Le dimensioni contenute possono obbligare a qualche compromesso su dotazione di porte, autonomia (il touchscreen consuma...) e potenza elaborativa. E la tastiera staccabile di Surface e compagnia non è il massimo, se la usiamo intensamente.

Le specifiche contano. Non poco.

Scegliere un notebook guardando solo alle specifiche tecniche è rischioso. Non considerarle affatto è altrettanto rischioso, però. Quello che c'è "dentro" il computer influenza decisamente la nostra esperienza d'uso. E sul mercato si trova di tutto. Perché i produttori fanno scelte a volte curiose su cosa inserire nei loro prodotti.

Partiamo dal cuore del PC: il processore. I produttori sbandierano l'adozione di processori di ultima generazione. Ma in vendita troveremo persino computer con CPU di quattro o cinque generazioni prima. E non è detto che siano a prezzi stracciati. La regola di buon senso è non scegliere un notebook con CPU più "vecchia" di due generazioni. Per i processori Intel, questo oggi significa che una CPU di ottava generazione è accettabile. Una più datata no.

Sì, ma quali processori? Oggi una CPU Intel Core i5 o i7 di ultima generazione ha tutta la potenza che serve per la produttività in generale. Solo chi fa molto editing grafico o è un gamer accanito dovrebbe puntare a processori i7 di fascia alta. O addirittura andare oltre. Ma questo pubblico probabilmente punta a prodotti specifici. E sa già bene cosa cercare.
La sezione grafica di un notebook è una questione più complessa. Raramente è al top, perché i produttori di schede grafiche privilegiano i modelli desktop. Le cui caratteristiche di performance "calano" poi verso i notebook. Per la produttività generica, la grafica integrata dei processori più recenti può bastare. Per editing e videogiochi invece no. Serve scegliere un notebook con una scheda grafica autonoma. E se possibile di buon livello, perché non la si può sostituire e dovrà accompagnarci per tutta la vita del nostro computer.

Per quanto riguarda la memoria RAM, le valutazioni sono semplici. Il minimo accettabile per lavorare bene è scegliere un notebook con 8 GB. Passiamo a 16 GB se usiamo regolarmente applicazioni esigenti, come quelle di editing. Per esigenze davvero professionali (progettazione, design, sviluppo) pensiamo anche al passaggio a 32. Meglio subito, perché pochi notebook prevedono un aggiornamento facile della RAM anche dopo l'acquisto.

Occhio ai dettagli

Abbiamo accennato al fatto che le configurazioni "medie", in un dato momento del mercato, accomunano un po' tutti i produttori di PC. La differenza spesso la fanno i dettagli. Ossia componentistica a cui magari non si bada. O si considera poco, al momento dell'acquisto. Ma che poi, giorno dopo giorno, influisce molto sulla nostra esperienza d'uso.

Lo storage, che pure è un componente fondamentale, spesso ricade in questa categoria. Decisamente sconsigliato scegliere un notebook con dischi tradizionali, ormai lenti. Puntiamo sulle unità SSD, che peraltro sono ormai quasi onnipresenti. Taglio minimo dello storage: 128 GB. Tra sistema operativo e applicazioni di base sono già pochi. Per cui il minimo reale, budget permettendo, è 256 GB. E oltre? Dipende. SSD più capaci sono certamente benvenuti ma di solito hanno un costo proporzionalmente elevato.

Attenzione alle configurazioni di storage "ibride". Alcuni notebook hanno insieme un disco tradizionale e una unità SSD, per unire il meglio dei due mondi. L'idea funziona se il primo è veloce (almeno 7.200 rpm) e la seconda non troppo piccola. Altrimenti il guadagno prestazionale non vale il maggior costo di queste configurazioni.
Ma quello su cui molti notebook scivolano sono i componenti giudicati meno nobili. Tastiera, touchpad, webcam, connettività. I primi due sono invece fondamentali per chi usa un notebook in maniera intensiva. Purtroppo è difficile valutarli a priori senza usarli anche solo per qualche minuto. Per le trackpad su PC un punto di riferimento c'è: conviene scegliere un notebook con una Precision Touchpad. In cui cioè il funzionamento della trackpad è gestito direttamente da Windows 10 e non da driver specifici.

Per la connettività? Più opzioni ci sono, e aggiornate, meglio è. Quindi WiFi almeno 802.11ac (WiFi 6 è in arrivo...), Bluetooth Low Energy, Bluetooth 5, Gigabit Ethernet, USB. La tendenza però oggi va verso USB-C come connettore universale. Non è un male in sé, ma bisogna abituarsi ad avere con sé un adattatore per collegarsi a tutto il resto. Da USB vecchio stile a HDMI, da Ethernet agli slot per schede di memoria.

C'è poi il nodo sicurezza. Dovrebbe interessare tutti, è fondamentale per chi usa il notebook per lavoro. In molti vivono benissimo senza l'identificazione biometrica. In realtà i sensori di impronte digitali o le webcam con riconoscimento facciale sono un mezzo (più) sicuro per evitare che qualcuno usi impropriamente il nostro PC. E sono anche una comodità per noi.

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