Alcuni documenti rivelano che la
GCHQ (
Government Communication HeadQuarter) ha chiesto, in passato, un'autorizzazione continuativa a
esaminare prodotti di sicurezza e antivirus in cerca di vulnerabilità e bug che ne minassero l'efficacia.
Dai documenti si nota
una certa avversione nei confronti di Kaspersky: "Prodotti per la sicurezza personale come l'antivirus dell'azienda russa Kaspersky
continuano a porre una minaccia per le capacità di sorveglianza del GCHQ e un'operazione di reverse engineering è indispensabile per essere in grado di penetrare tali software ed evitare che scoprano le nostre operazioni. L'esame di Kaspersky e di altri prodotti simili continua".
Nei documenti si parla di 23 aziende, tra le quali è possibile annoverare le italiane
Novirusthanks e Tg Soft (produttrice di Viritpro). Insieme a loro la ceca
Avast, la rumena
Bit-Defender, la finlandese
F-secure, la polacca
Arcabit, la cinese
Antiye molte altre.
Della lista non fanno parte
tutte le aziende americane e inglesi come
Symantec, Sophos, FireEye e simili. Sorprende, invece,
trovare dei nomi di aziende israeliane, nazione che ha condotto molte operazioni con il duo USA/GB.
Occorre tuttavia precisare che non si tratta di attacchi alle aziende o alle loro risorse strategiche, ma di documenti che chiedevano
l'autorizzazione ad analizzare il software per cercarne delle falle, che non sono rare e sono molto utili a chi vuole attaccare un'azienda, perché
un antivirus ha sempre privilegi molto elevati nel sistema in cui è installato.
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