Il mondo del
giornalismo: quell'oscuro universo che influenza ed è influenzato dalla realtà e dal mondo, in un concatenarsi infinito fra causa ed effetto.
Una categoria, quella dei
giornalisti, stimata e criticata, che da sempre è coinvolta in discussioni sulla loro mission, il loro approccio alle notizie, che si differenzia in svariate sottocategorie e in diversi modi di svolgere il proprio lavoro, ma che si riunisce in un solo ordine, morale e fattuale: raccontare quanto avviene nel mondo.
Questo universo, spesso visto così lontano da chi non vi fa parte, è oggi più vicino: già , perchà© grazie alla nuova iniziativa del quotidiano
la Repubblica, i lettori della
testata (e non solo, è presumibile ipotizzare), potranno comprendere davvero cosa si cela dietro il lavoro dei giornalisti.
Sono infatti disponibili, da lunedì 26 aprile, i filmati relativi alle
riunioni di redazione, in cui si "tirano le somme" degli argomenti centrali dell'edizione del quotidiano dell'indomani.
La testata sfrutta quindi il
web per raggiungere i suoi lettori, offrendo loro la possibilità di conoscere, ancor più da vicino e in un modo innovativo, i giornalisti che firmano gli articoli pubblicati ogni giorno.
Il progetto si chiama infatti "
Repubblica domani" e mostra i diversi caporedattori confrontarsi con gli altri e "raccontare" le ultime novità sui cui sarà puntata l'attenzione di ogni singola sezione. Il tutto unito a diverse piccole interviste con alcuni giornalisti: ad esempio nel video relativo a
lunedì 26 Pietro Veronese, caporedattore esteri, risponde ad alcune domande sul terrorismo internazionale e sull'attentato al presidente Usa Obama.
La testata diretta da
Ezio Mauro mostra così di non aver nulla da nascondere e di voler mostrare, senza alcuna
censura, i meccanismi che sono dietro la
stampa di un quotidiano popolare e importante come la Repubblica.Inoltre, per i giovani che sognano di abbracciare questa
professione, si tratta di un modo per comprendere meglio le dinamiche interne di una redazione, e, soprattutto, per sognare un po', sperando "che un domani a quel tavolo sarò seduto anch'io".
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