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WebP, il formato leggero delle immagini secondo Google

Google ha presentato il suo nuovo formato per il web: si chiama WebP e promette, senza diminuire la qualità , di "alleggerire" del 40% il peso delle immagini rispetto ai file JPEG. Tutto a favore della rete.

Autore: Andrea Sala

Pubblicato il: 01/10/2010

Google prosegue nella personalissima missione di migliorare la performance della rete intera. E lo fa con le ben note innovazioni in ambito di websearch, come Google Instant, ad esempio.
Ma ci sono anche altre iniziative a marchio BigG che potrebbero aiutare il web di domani ad essere più "leggero" e agile.
Come? Ad esempio rendendo alcuni file che sono contenuti nelle pagine web molto meno pesanti: è successo, ad esempio, per il formato WebM, formato che si propone di abbassare l'impatto che i video in streaming hanno sulla banda disponibile.
Ma Google non si è fermata qui. Il colosso di Mountain View, infatti, ha appena presentato un nuovo formato, questa volta relativo alle immagini, che intende rivoluzionare anche questo tipo di file. La novità  si chiama WebP e si basa sul codec open source V8 e sul container RIFF.
webp-il-formato-leggero-delle-immagini-secondo-goo-1.jpg
Dov'è il vantaggio rispetto al diffusissimo formato JPEG? Semplice, a parità  di qualità  le immagini che utilizzano WebP sono più leggere del 40%.
Questo aspetto è cruciale per Google perchà© velocizzerebbe di molto il caricamento delle varie pagine web. Da un più ampio punto di vista, poi, tutta la rete potrebbe giovare dall'adozione del nuovo formato: secondo Mountain View, infatti, il 65% dei byte online sono relativi alle immagini.
Con WebP Google si propone ancora una volta come innovatore di internet nella sua interezza, tuttavia il colosso sa bene che soppiantare il formato JPEG non è facile. 
WebP, essendo un formato nuovo, non è supportato da alcun software. In più ci sono precedenti simili, tentati da aziende molto potenti come Microsoft, che non sono andati a buon fine.
Google, tuttavia, ha già  cominciato contattare gli sviluppatori di browser e, come buon esempio, integrerà  molto presto WebP all'interno di Chrome. Il fine di Mountain View è l'implementazione del formato nella maggior parte dei browser esistenti.
Certo, la codifica secondo il nuovo formato richiede molto più tempo  rispetto al JPEG, ma l'azienda è fiduciosa che, con il progresso in ambito hardware, l'operazione diverrà  più veloce.
Intanto Google ha reso WebP e WebM facilmente supportabili: ogni tipo di hardware che supporti l'uno supporta anche l'altro.
Il primo passo di sicuro è incoraggiante.

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