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In Cina un tweet può costare un anno di lavori forzati

L'attivista per i diritti umani Cheng Jianping è stata condannata a un anno di lavori forzati dal governo di Pechino. L'accusa è quella di attentato all'ordine pubblico.

Autore: Redazione D.Life

Pubblicato il: 22/11/2010

Un messaggio su Twitter è bastato al governo cinese per condannare a un anno di lavori forzati l'attivista per i diritti umani Cheng Jianping.
L'accusa è quella di attentato all'ordine pubblico.
Ecco come sono andate le cose. Il marito della donna, Hua Chunhui, ha inviato un messaggio alla moglie in cui si invitavano ironicamente i giovani nazionalisti anti-giapponesi ad attaccare il padiglione nipponico dell'Expo di Shangai con un aereo. La donna lo ha postato a un amico aggiungendo il commento "Forza, giovani arrabbiati!".
Così il governo ha deciso di condannare senza un regolare processo la donna ai lavori forzati nel campo femminile Shibali River, provincia dell'Henan. L'uomo è invece rilasciato dopo cinque giorni.
La vicenda è stata raccontata da Amnisty International e secondo il marito, la moglie pagherebbe per aver festeggiato sempre su Twitter (che in Cina è bannato) il premio Nobel a Liu Xiabo, che non potrà  ritirare il premio poichà© è detenuto in un carcere cinese.

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