L'istituto di ricerca
IDC ha presentato nei giorni scorsi una
ricerca intitolata "
Big Data in 2020", che si occupa della
quantità di dati sempre crescente che viene
memorizzata grazie al progredire dell'informatica.
Secondo la ricerca, sponsorizzata da EMC, i dati digitali memorizzati nel mondo avrebbero raggiunto i
2,8 zettabyte (dove uno zettabyte equivale a
mille miliardi di gigabyte).
Le
cause di una crescita così impetuosa sarebbero il diffondersi dei
dispositivi mobili e l'ingresso nel mondo digitale dei
mercati emergenti.
La crescita non solo non si fermerà, ma procederà sempre più veloce: si prevede che i dati memorizzati
raddoppieranno ogni due anni, fino a raggiungere i
40 zettabyte nel
2020.
Lo sfruttamento di simili masse di dati, definite "
Big Data", è ancora agli inizi.
La ricerca IDC sostiene che il
25% dei dati memorizzati potrebbe fornire informazioni utili se venisse
analizzato statisticamente, una percentuale che crescerà fino a araggiungere il
33% nel 2020.
L'analisi di così grandi quantità di dati richiederebbe forti
investimenti, ma potrebbe dare grossi risultati nel campo della
sociologia, della
medicina e della
sicurezza.
D'altra parte, questi dati potrebbero anche essere usati male: la ricerca sostiene che circa il
33% di questi dati richiederebbe protezione riguardo alla
privacy, una percentuale che salirà al
40% nel 2020. Oggi solo il
20% dei dati dispone di protezioni adeguate.
Riassumendo, stiamo entrando in un'era in cui sempre più informazioni saranno disponibili, e dovremo trovare il modo perché vengano sfruttate a nostro vantaggio e non a nostro danno.
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