Alcuni ricercatori statunitensi dell’
Università dell’Illinois hanno messo a punto una
nuova tecnologia produttiva e nuovi materiali completamente biodegradabili a contatto con l’acqua o i liquidi umani: essi daranno vita a protesi mediche e altri impianti che si dissolveranno senza lasciare conseguenze all’ambiente una volta esaurito il proprio lavoro.
Questa tipologia di dispositivi elettronici
completamente biocompatibili e biodegradabili è stata presentata in occasione del
245° National Meeting&Exposition dell’American Chemical Society dal coordinatore della ricerca,
John Rogers. La soluzione consentirebbe di risolvere problemi relativi alla salute e alla sua gestione, nonché quelli legati all’inquinamento ambientale. Occorre ricordare infatti che i rifiuti elettronici
sono in crescita costante e con essi i metalli rari e pesanti impiegati per la realizzazione dei circuiti: si tratta di una vera e propria minaccia per il nostro ecosistema, soprattutto perché sono difficili da raccogliere e riciclare.
Il segreto di questi chip risiede nello strato incapsulante dei circuiti: questo si scioglie lentamente e quando scompare bastano altri 30 minuti affinché anche le connessioni elettriche si sciolgano e il dispositivo smetta di funzionare. Più strati incapsulanti si usano e più a lungo dura il circuito.
Allo stato attuale, però,
si può arrivare solo a qualche settimana, anche se il team sta studiando il modo per allungare la durata dei dispositivi almeno ad alcuni anni.
Rogers, ha così commentato: “L’obiettivo del settore dell’elettronica è sempre stato quello di costruire dispositivi resistenti che durano per sempre con prestazioni stabili, ma molte nuove opportunità si aprono una volta che si comincia a pensare ad un’elettronica in grado di scomparire in modo controllato e programmabile”.
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