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Federprivacy: app di giochi, a rischio la privacy dei bambini

Una ricerca di Federprivacy evidenzia che su 500 tra le più diffuse app di giochi rivolte ai minori il 93,8% contiene tracker che spiano i comportamenti online dei giovanissimi utenti, e quasi la metà delle app trattano dati in paesi non sicuri per la privacy.

Autore: Redazione BitCity

Pubblicato il: 02/10/2020

Sono dati allarmanti quelli scaturiti da una ricerca effettuata sulle principali app di giochi rivolte ai più giovani che registrano milioni di download da parte di utenti italiani e stranieri dal Play Store di Google, dove sono liberamente scaricabili e nel 76% dei casi classificate secondo l’indice PEGI come adatte a bambini di appena 3 anni. Su un campione di 500 app esaminate dall’Osservatorio di Federprivacy, è infatti emerso che 469 di esse (93,8%) contengono tracker di profilazione online che di fatto spiano i comportamenti online dei giovanissimi utenti, mentre 498 (93,6%) richiedono mediamente 10 permessi di accesso a varie funzioni o parti di informazioni presenti sul dispositivo elettronico in cui sono installate, e in quasi la metà dei casi (41,8%) gli sviluppatori hanno sede in paesi considerati non sicuri perché non garantiscono un sufficiente livello di protezione dei dati personali.
Osserva il presidente di Federprivacy, Nicola Bernardi: “Che centinaia di app scaricate da milioni di minori italiani ed europei non abbiano adempiuto alla nomina di un Dpo o che in ogni caso abbiano omesso di pubblicarne i recapiti per contattarlo è una questione grave, a maggior ragione del fatto che queste applicazioni vengono presentate come innocui giochi per bambini e ragazzi ma raccolgono massivamente informazioni dei giovanissimi utenti profilando su larga scala i loro comportamenti online e trattando i loro dati personali in nazioni che non offrono garanzie sul rispetto della privacy. Auspichiamo quindi che le autorità di controllo non indugino a far luce su cosa facciano effettivamente queste app con i dati dei minori, specialmente quando si tratta dei soggetti più vulnerabili quali sono i bambini, e adottando nei confronti dei trasgressori i provvedimenti sanzionatori previsti dal Gdpr, che è ormai operativo da oltre due anni.”
Tra gli altri risultati contemplati nel rapporto della ricerca, risalta anche che il 90,8% delle app (454) contengono avvisi pubblicitari e hanno nel contempo tracker di profilazione per proporre quindi ai giovani utenti annunci mirati in base ai loro gusti e alle loro preferenze. Inoltre, ben 459 sulle 500 app esaminate (91,8%) contengono tracker di Google, 273 contengono tracker di Facebook (54,6%), mentre sono pochi i casi in cui sono stati rilevati tracciatori online di Amazon (5,6%) e di Microsoft (3%).

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