L'
American Dialect Society, associazione Usa che studia l'evolversi dell'idioma inglese in Nord America, tiene ogni anno un
congresso in cui vengono discussi diversi aspetti dell'argomento. Aspetti che, spesso, stentano a tenere alto l'interesse del mondo sul meeting: si va dai dialetti in uso in America fino al rapporto nome/longevità . Tematiche non proprio "popolari".
Ebbene, per ravvivare l'interesse mediatico nei confronti del congresso, i linguisti nel 1990 si sono inventati la "
parola dell'anno". La tradizione è rimasta viva fino ad oggi, affiancandosi alla "
parola del decennio". E proprio quest'ultimo riconoscimento è stato assegnato ad una parola che tutti ben conosciamo:
Google. Il famoso motore di ricerca ha prevalso su
verde,
blog,
9/11 e
guerra al terrore: la scelta è stata semplice, se si considera che in America esiste anche un
verbo specifico per indicare l'uso del motore di ricerca, "
to Google", appunto. Anche nel nostro Paese inizia ad affermarsi una tendenza simile, con il davvero cacofonico "
googlare" che si sente dire ogni tanto.
Come parola dell'anno gli studiosi non potevano non scegliere "
Tweet", i famosi cinguetti diffusi da Twitter. Il neologismo segue i ben più negativi precedenti, "
subprime" e "
bailout" (intervento di salvataggio). Tornando alla parola del decennio è interessante notare come, nella ridotta importanza del riconoscimento, Google sia entrata prepotentemente nelle vite di milioni di uomini, scavandosi una nicchia persino nelle loro lingue. Forse le
preoccupazioni di tante
autorità in tal senso, per ultima il
Ministro della Giustizia tedesca, non sono poi così infondate.
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