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Thales: combinazione username-password considerato metodo di protezione più efficace

Secondo un sondaggio condotto da Thales, quasi un terzo (29%) delle aziende in Europa e nel Medio Oriente considera la combinazione di nome utente e password uno degli strumenti più efficaci di gestione dell'accesso, nonostante le debolezze intrinseche.

Autore: Redazione BitCity

Pubblicato il: 06/05/2020

Secondo i risultati dell'Indice Thales di gestione dell'accesso per il 2020 - Edizione per l'Europa e il Medio Oriente – quasi un terzo (29%) delle aziende in queste due regioni geografiche continua a ritenere il nome utente e la password uno dei metodi più efficaci per proteggere l'accesso alla loro infrastruttura IT, due anni dopo che lo stesso inventore della password statica complessa ha riconosciuto che il sistema non è efficace. Ma il 67% dei partecipanti al sondaggio indica che le loro aziende prevedono di espanderne l'uso, continuando quindi a fare affidamento su un sistema di sicurezza obsoleto, nonostante i responsabili IT rivelino che è sempre più facile (48%) persuadere i consigli di amministrazione della necessità di misure di sicurezzarispetto a quelle previste l'anno precedente (29%). 
Secondo il nuovo sondaggio condotto da Thales fra 400 responsabili in ambito IT in Europa e Medio Oriente, la maggior parte (57%) dei professionisti IT ha rivelato che un'infrastruttura non protetta rappresenta uno dei bersagli principali per gli attacchi informatici. Pertanto, è probabile che qualsiasi azienda che se ne serve, a causa di esigenze commerciali che la spingono a adottare tecnologie trasformative digitali, stia correndo un rischio maggiore.
Sebbene alcune aziende ancora si affidino a metodi di autenticazione tradizionali, come la combinazione di nome utente e password, una consapevolezza sempre maggiore del problema delle minacce sta spingendo a intervenire: negli ultimi 12 mesi quasi tutte (94%) le aziende hanno modificato le policy di sicurezza riguardo alla gestione dell'accesso. La formazione del personale sulla sicurezza e sull'Access Management (47%), un maggiore investimento sulla sua gestione (43%) e il fatto che questa stia diventando uno degli obiettivi prioritari per i consigli di amministrazione (37%), sono tutti aspetti che ricevono una maggiore attenzione. Ne risulteranno vantaggi anche in termini di compliance – quasi tutti (98%) i partecipanti europei al sondaggio dichiarano di controllare chi ha accesso ai dati aziendali e ciò consentirà di soddisfare più agevolmente i requisiti relativi al trattamento dei dati, come quelli previsti dal GDPR. 
"Un numero sempre maggiore di aziende sta iniziando a ricorrere al cloud per i servizi di gestione dei rapporti con i clienti, per le e-mail, per la collaborazione tra i dipendenti e per l'infrastruttura IT nel quadro delle strategie di trasformazione digitale. Pertanto diventa molto difficile estendere al mondo esterno quelle stesse vecchie soluzioni progettate per proteggere le risorse interne. Spesso, nel tentativo di adattarsi alle nuove abitudini di lavoro che vedono utenti collegarsi da qualsiasi posto (il che oggi è sempre più rilevante e diventerà lo standard nel prossimo futuro) le aziende "si arrendono", tendendo a ritornare ai vecchi metodi basati sulle password per i servizi cloud. Si sa che questo regresso aumenta invece la loro esposizione agli attacchi di tipo credential stuffing e phishing", spiega Francois Lasnier, Vicepresidente per le soluzioni di gestione dell'accesso presso Thales.


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