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Ricerca: un terzo delle aziende non riesce a recuperare i dati dopo attacco hacker

Veeam ha annuncia i risultati del Ransomware Trends Report 2022: i cybercriminali riescono a criptare in media il 47% dei dati di produzione e le vittime sono in grado di recuperare soltanto il 69% dei dati coinvolti.

Autore: Redazione BitCity

Pubblicato il: 18/05/2022

Secondo il Veeam 2022 Ransomware Trends Report, il 72% delle aziende ha subito attacchi parziali o completi ai propri archivi di backup, con un impatto drammatico sulla capacità di recuperare i dati senza pagare il riscatto. Veeam Software, soluzione di backup, ripristino e data management per la Modern Data Protection, ha rilevato che l'80% degli attacchi andati a buon fine ha preso di mira vulnerabilità note, sottolineando l'importanza di applicare patch e aggiornare il software. Quasi tutti gli aggressori hanno tentato di distruggere i repository di backup per disabilitare la capacità di recupero dei dati senza pagare il riscatto.
Tra le aziende intervistate, la maggior parte (76%) ha pagato il riscatto per porre fine a un attacco e recuperare i dati. Sfortunatamente, mentre il 52% ha pagato ed è riuscito a recuperare i dati, il 24% non è stato in grado di recuperare alcun dato nonostante il pagamento. Inoltre, il report rivela che il 19% delle aziende non ha pagato alcun riscatto perché è riuscito a recuperare i propri dati. È a questo che deve aspirare il restante 81% delle vittime informatiche: recuperare i dati senza pagare il riscatto.
Gli intervistati hanno confermato che il 94% degli aggressori ha tentato di distruggere i repository di backup e, nel 72% dei casi, questa strategia ha avuto un successo almeno parziale. La rimozione del backup di un’azienda è una strategia di attacco molto diffusa poiché aumenta la probabilità che le vittime non abbiano altra scelta che pagare il riscatto. L'unico modo per proteggersi da questo scenario è disporre di almeno un livello immutabile o air-gapped all'interno del framework per la protezione dei dati: una strategia utilizzata dal 95% degli intervistati. Molte aziende hanno infatti dichiarato di avere un certo livello di immutabilità o di supporti air-gap in più di un livello della loro strategia su disco, cloud e nastro.


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