L'
Italia è praticamente divisa in due riguardo all'utilizzo della rete: poco più della
metà usa internet, il rimanente
non ne usufruisce.
E' quanto emerge dall'indagine commissionata dall'
Osservatorio permanente sui contenuti digitali, presentata recentemente a Milano: il 45% degli italiani,
23,1 milioni, non utilizza internet. Si tratta soprattutto di individui con
più di 55 anni, con un livello di istruzione e di reddito basso, elementi che accentuano un altro aspetto del digital divide sociale e culturale che costituisce un importante limite sia per la crescita innovativa del paese, sia per il potenziale mercato delle imprese che producono e distribuiscono contenuti digitali.
La ricerca - realizzata per il terzo anno da
Nielsen su incarico dell'Osservatorio, creato nel 2007 da
Aidro, Aie, Anica, Fimi, Pmi, Univideo, le principali associazioni che operano nella produzione e gestione dei contenuti, e
Cinecittà Luce - ha fotografato in modo trasversale i diversi modi in cui il pubblico accede a contenuti digitali e non, in base a uno studio su un campione di
8.500 individui del
Panel Consumer Nielsen rappresentativo della popolazione italiana.
In linea con l'ultima
tendenza che tende sempre più a
penalizzare la fruizione di contenuti culturali, anche tra chi utilizza la rete diminuisce la percentuale di chi usa la tecnologia come opportunità e stimolo - sfruttando in modo intelligente le potenzialità offerte dalla ricchezza e varietà di informazioni e contenuti disponibili - e aumenta invece la quota di chi ai contenuti tradizionali ne sostituisce altri a minor valore aggiunto.
Tra 2007 e 2009 scende infatti di 2 punti la percentuale di chi abbina un uso consapevole, interattivo ed evoluto delle tecnologie con un'elevata propensione al consumo di contenuti culturali e di intrattenimento. Sono i cosiddetti “
ecletticiâ€, che oggi rappresentano il 12% della popolazione, pari a 6,5 milioni di italiani e che sono candidati ad essere i primi utilizzatori degli
e-book.
Ciò che cresce invece in modo esponenziale è il popolo degli utilizzatori di contenuti “
usa e gettaâ€. Aumenta infatti di 10 punti tra 2007 e 2009 la percentuale dei cosiddetti “
technofanâ€, che, oltre ad essere poco interessati alla lettura e a cosa succede al mondo, utilizzano le tecnologie solo come puro divertimento o come mero mezzo di comunicazione: oggi sono il 27% della popolazione con più di 14 anni (circa 14 milioni) e addirittura il 58% dei 14-24enni.
Cresce nel 2009 l'uso di internet per accedere ai
social network (+30 punti percentuali),
condividere contenuti (+8 punti percentuali) e
chattare (+7 punti percentuali). Emerge però anche che il 26% degli italiani che usano internet – uno su quattro - pagherebbe per sottoscrivere un abbonamento o un servizio online che fornisca un accesso illimitato a
film o
musica. Il 12% lo sottoscriverebbe su cellulare per avere un accesso illimitato a contenuti musicali.
Due e contrapposte, dunque, le
dinamiche che stanno attraversando la società italiana.
La prima,
positiva, in cui la tecnologia è stimolo e opportunità grazie a un accesso più ampio e diffuso ad informazioni e contenuti di qualità . La seconda,
negativa, in cui ai contenuti tradizionali se ne sostituiscono altri a minor valore aggiunto (“usa e gettaâ€).
E in assenza di una progettualità di sistema (scuola, imprese, ecc.) la seconda tende a prevalere, soprattutto tra le nuove generazioni, come mostra un raffronto condotto sugli ultimi tre anni.
L'impatto depressivo di questo trend sugli acquisti è evidente ma non irreversibile. L'utilizzo delle nuove tecnologie fatto dagli “ecletticiâ€, ad esempio, genera relazioni virtuose per il mercato dei contenuti così che internet può essere un concorrente sleale (
p2p), ma anche un canale e uno stimolo all'acquisto e a nuove strategie di marketing per le imprese.
Le nuove piattaforme tecnologiche e i nuovi modelli di acquisto offerti dalle aziende abilitano ulteriori modalità di fruizione dei contenuti,
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