Il convegno sull'evoluzione tecnologica organizzato da
Ericsson negli scorsi giorni ha rappresentato un'occasione di confronto tra mondo politico e aziende sul tema della banda larga in Italia.
Enrico Letta, sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, ha riconosciuto che, per quanto riguarda l'estensione della rete nel nostro paese, le istituzioni sono in ritardo: “si parla da mesi, anzi purtroppo da anni, di banda larga e non faccio fatica ad ammettere che
siamo in ritardo e questa è anche in parte una nostra responsabilità â€. Il rallentamento dei lavori è dovuto secondo Letta anche ad una “
burocrazia superata e obsoleta, non voglio dire ottusa, per non dare giudizi negativi, che fa fatica a stare al passo con i tempi".
Nella cornice del convegno, l'amministratore delegato di Ericsson Italia
Cesare Avenia ha dichiarato che la società è pronta a coadiuvare il governo e ad investire per la diffusione del broadband, riservando una critica alle istituzioni: “siamo disponibili a partecipare con finanziamenti e competenze alla realizzazione del progetto. Delle reti a banda larga si è parlato tantissimo ma ancora non si parte perchà© non si capisce chi dovrebbe essere alla guida. Serve la cabina di regia del governo e l'accordo di tutti gli operatori. L'Agcom c'è, ma
manca il governoâ€.
La provocazione è stata subito raccolta da
Paolo Romani, viceministro allo Sviluppo economico con delega alle Comunicazioni, che ha voluto confermare l'impegno delle istituzioni per lo sviluppo della banda larga: “il governo sul tema è molto presente, ci sono protocolli già definiti con diverse regioni italiane che investiranno soldi propri oltre agli oltre
240 milioni in pancia di
Infratel, e a lavori già partiti per
180 milioni. Questi lavori servono a colmare il digital divide che non permette a 7 milioni di italiani di accedere ai servizi a banda larga ma sono anche ‘propedeutici' per la costruzione della rete di nuova generazioneâ€.
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