I computer colpiti da
minacce informatiche, i cosiddetti
computer zombie comandati a distanza dai
cybercriminali, rimangono, in molti casi, infetti per oltre 2 anni.
E' il dato emerso da un'analisi condotta da
Trend Micro su oltre
100 milioni di Pc compromessi sparsi in tutto il mondo. In particolare, in Italia i computer che rimangono infetti per 2 anni toccano quota 1.585.228. Più in generale, la
durata media di infezione dei Pc è pari a 300 giorni nei Paesi più colpiti.
Secondo le stime Trend Micro, l'80% di tutte le macchine compromesse è rimasto infetto per più di un mese. Trend Micro ha inoltre rilevato che, mentre il
75% di questi
indirizzi Ip compromessi è costituito da
utenti privati, il restante
25% appartiene a
realtà aziendali.
Un indirizzo Ip corrisponde generalmente al
gateway internet di una rete di computer: questo significa che più macchine contagiate possono essere associate a un solo indirizzo Ip, a indicare quindi che la percentuale relativa al
mondo business è con ogni probabilità nettamente superiore al 25%.
Una volta che una macchina viene infettata viene integrata in una
botnet molto più estesa cioè una rete di
bot (Pc comandati a distanza). Spesso le reti bot sono fonte di attacchi
malware,
frodi,
furti di dati e altri generi di
crimini cibernetici. Nel 2009 praticamente tutto il malware registrato dagli esperti Trend Micro si è rivelato principalmente finalizzato al furto di informazioni (credenziali, password, dati bancari ecc.).
Lo studio di Trend Micro ha preso in esame le botnet più pericolose in relazione al
furto di informazioni,
identità e
dati finanziari. Al momento, le tre reti bot più degne di nota sono:
Koobface,
ZeuS/Zbot e
Ilomo/Clampi.
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