Il web è ormai uno dei mezzi più efficaci per fare pubblicità ai propri prodotti. Ad accorgersene sono stati anche i produttori di farmaci, che stanno puntando sempre più su questa "piazza virtuale". Il fenomeno ha provocato l'attenzione della
Food and Drug Administration, autorità sanitaria americana, che ha indetto un'
udienza sul tema convocando case farmaceutiche, società di internet e nonprofit.
Il problema è semplice: mentre per la pubblicità di farmaci e medicinali sui giornali e in TV esistono leggi molto severe, il web rappresenta una
"zona grigia" ancora non regolamentata. Ecco allora che sulle comunità virtuali e sui vari portali della rete compaiono spesso
informazioni incomplete o sbagliate sui prodotti o addirittura
messaggi pubblicitari fuorvianti.
Il tentativo della Fda è rivolto a creare un
apparato normativo per l'ambiente virtuale, mettendo fine ai comportamenti illeciti e potenzialmente molto pericolosi per i consumatori.
In questo contesto, l'autorità ha recentemente ammonito 14 aziende, tra cui
Eli Lilly e
Merck & Co, per aver inserito su internet messaggi fuorvianti che non riportavano le cointroindicazioni di alcuni farmaci.
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